In chiave Festival di Sanremo, Amadeus non ne imbrocca una. Scelte azzardate sistemano il presentatore dell’imminente edizione della rassegna canora al centro di accuse e polemiche. Martellano i giornalisti, picchiano davvero duro, colpi di scure sullo spericolato conduttore scelto per portare avanti la nave del festival. Una barca che fa acqua da tutte le parti. Contro Amadeus si scaglia anche, ultimo ma non ultimo, il presidente della Rai. "Via Junior Cally dalla lista degli artisti scelti per cantare a Sanremo", tuona Marcello Foa, al colmo dell’ira. Il musicista è finito sotto accusa per un brano sessista del 2017. Nella canzone ammessa alla gara attacca i sovranisti e cita Matteo Salvini. "Scelta inaccettabile", fa sapere Foa.
Junior Cally, ma chi è costui diventato l’oggetto della violenta, aspra, accesa disputa negli uffici Rai? All’anagrafe Antonio Signore, ventinove anni, è un rapper di periferia che a lungo si è esibito in scena col volto coperto da una maschera. Scoperto da Amadeus durante la trasmissione "I soliti ignoti", ha tolto la maschera dopo aver assaggiato i brividi del successo. I suoi sono testi mai da educanda. "Mi metto sul c…la maschera/ Vediamo se chiedi toglierla, okay/ Poi lo metto nel c…o/ Mentre sei piegato a raccoglierla". Sono le parole di "Ricercato", il primo brano dell’ultimo album di Junior Cally, che viene da Focene, frazione di Fiumicino, alle porte di Roma.
Le maschere che ha usato sono tante: antigas nere e bianche, Louis Vuitton, Stone Island, Supreme, e altre ancora. Fino alla pubblicazione del libro in cui racconta la sua storia e del nuovo album uscito a settembre, "Ricercato". Primo nelle classifiche di vendita e streaming in Italia. A Capodanno una polemica in diretta su Canale 5, quando dal palco ha urlato come un ossesso "Fanculo la droga, viva la f…". La presenza di Junior Cally sul palco del Festival diventa un caso politico. Candidato a esibirsi tra i big, nella canzone "No grazie" se la prende col sovranismo. Un verso è dedicato a Salvini: "Spero che si capisca che odio il razzismo/ che pensa al Paese/ ma è meglio il mojito/ ma ce l’ha anche con Renzi/ E pure il liberista di centrosinistra che perde partite e rifonda il partito".
Ma è per quel brano del 2017, sopra citato, che il rapper è bersaglio di feroci accuse. "Strega", in cui esalta la violenza su una ragazza. La Commissione di Vigilanza Rai, nella sua interezza, da destra a sinistra, ha inviato una lettera all’ad Fabrizio Salini. In pratica il duro messaggio è parto dell’intero arco costituzionale. Il presidente Foa si è mosso sollecitato evidentemente dalla Lega. L’irritazione in Rai è diffusa. Amadeus travolto dalle polemiche per le "perle" infilate recentemente. La giornalista israeliana Rula Jubreal invitata a parlare della violenza sulle donne dal palco dell’Ariston, poi cancellata, infine riammessa. Il presentatore costretto a scusarsi, per la frase "sul passo indietro" riferito a Francesca Sofia Novello.
Amadeus ha chiarito la sua posizione sabato su Rai3 alla trasmissione "Le parole della settimana". Ora gli tocca parare l’aggressione del presidente della Rai. "Il Festival deve rappresentare un momento di condivisione di valori, di sano svago e di unione nazionale, nel rispetto del mandato di servizio pubblico", mette i punti sulle i Marcello Foa. "Tanto più in occasione del settantesimo anniversario. Scelte come quella di Junior Cally sono eticamente inaccettabili per la maggioranza degli italiani". Amadeus invitato a provvedere. "Riporti il festival nella giusta dimensione". Irritata di suo per la scarsa presenza nei tg, la Lega si scaglia contro l’ad Salini "incapace di gestire l’azienda, bocciato dal Cda sulle nomine, bloccato sul piano industriale, ventriloquo dei produttori". E giù il carico da trenta, sottoforma di un perentorio invito leghista: "Protagonista col suo Sanremo di queste porcate, avrebbe una sola scelta, le dimissioni".
Parole e musica del responsabile dell’Editoria della Lega, Alessandro Morelli. Rincara la dose Salvini, a modo suo. "La sinistra non vince le elezioni, ma sta cercando di vincere Sanremo. Ora c’è questo rapper romano che parla di una ragazza picchiata in quanto troia. E io che mi sono fatto un mazzo così per approvare il codice rosso e arriva questo cretinetti che va a Sanremo. Leggo che a questo disadattato non piaccio, e questo per me è un titolo di merito". Immobile la Rai, travolta dalle critiche. Amadeus come direttore artistico del festival difende le sue scelte. Intanto, Junior Cally ha già fatto la prima prova al teatro Ariston. "O si accetta l’arte del rap, e l’arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del festival un’ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento". Una polemica disgustosa, da qualsiasi lato la si esamini. Difficile pensare che Junior Cally possa essere escluso dal festival di Sanremo. La censura retroattiva è problematica. Anche perché il provvedimento di cacciata potrebbe riguardare anche Marco Masini ("Ci siamo dimenticati, Bella Stronza"), Achille Lauro, Miss Keta e i Pinguini Tattici Nucleari. Nel loro repertorio, passaggi di frasi sessiste, espressioni violente e versi sulla droga.
Franco Esposito