Egregio Direttore, i dati ISTAT diffusi nei giorni scorsi hanno confermato la desolante condizione delle culle italiane: 1,3 figli in media per donna a fronte dei 2 che assicurerebbero il naturale ricambio delle generazioni. Per bloccare l'estinzione del popolo italiano, politici e opinionisti si sono affrettati a dispensare le solite inefficaci ricette: incentivi ai nuclei famigliari numerosi, parità retributiva tra uomo e donna, "incoraggiamenti" fiscali e crediti bancari per chi mette su famiglia.
Politiche bene e o male già presenti ma che di fatto non sono servite a bloccare il crollo demografico. Chi pensa che si fanno meno figli per colpa del portafoglio vuoto, deve, innanzitutto guardare all'Africa e ai paesi poveri (ove l'incremento delle nascite è inversamente proporzionale al reddito), poi, fare un salto nel passato.
Il potere d’acquisto, negli anni 70, non era superiore a quello di oggi, eppure, le famiglie erano prolifiche. Le donne facevano le casalinghe, e ci si accontentava di un singolo stipendio (del marito), di un’utilitaria, di una casa modesta, di una vacanza annuale e di pochi giochi per i figli. Oggi le donne sono in carriera e le famiglie hanno auto di lusso per singolo componente, doppie o triple vacanze annuali. Con le donne impegnate fuori casa, stupirsi del calo demografico, è semplicemente ridicolo.
Gianni Toffali