A volte ritornano. Un invito a prendere parte alla prossima edizione del Salone del Libro di Torino è stato rivolto anche ad Altaforte, la casa editrice vicina a Casa Pound al centro di un vero e proprio caso durante la scorsa edizione della kermesse, culminato con l'allontanamento dalla manifestazione. Un invito che, assicurano gli organizzatori, è partito per sbaglio.
"Apprendiamo dai mezzi stampa che la casa editrice Altaforte avrebbe ricevuto un invito alla prossima edizione della Fiera", si legge sulla pagina Facebook del Salone. "In realtà si tratta di una comunicazione commerciale automatizzata, partita dall’AIE, Associazione Italiani Editori, per un’iniziativa congiunta, destinata a un database contenente i contatti di tutti coloro che hanno richiesto un codice ISBN negli ultimi due anni".
"Tra questi - spiegano gli organizzatori - è stata indirizzata anche alla casa editrice SCA2080 srl con sede a Roma, che a quanto pare, risulta collegata al marchio Altaforte. Il Salone del Libro ribadisce che i contratti sono da perfezionare per volontà delle due parti e, visto il pregresso avvenuto nel 2019, non intende sottoscrivere alcun contratto con le suddette società".
Niente Altaforte, dunque. Ma c'è chi, come l'assessore alla Cultura, Turismo e Commercio della Regione Piemonte, Vittoria Poggio, intende vederci chiaro sulla vicenda. “Ho chiesto all’Associazione Torino, la Città del libro e alla Fondazione Circolo dei lettori una nota sull’andamento organizzativo del Salone del libro. Con il presidente Cirio incontreremo il sindaco Appendino e l’assessore Leon per parlare dell’evento e quello degli inviti sarà certamente uno dei temi all’ordine del giorno”.