I buddisti italiani avranno finalmente il loro primo monastero buddista tibetano. Si tratta del più grande d’Italia e probabilmente d’Europa: sorgerà a Polaia, località che sorge sulle colline pisane nel Comune di Santa Luce, ed era atteso da ben 11 anni. Il sindaco di Santa Luce, il presidente della provincia e l’assessore regionale hanno firmato la conclusione dell’iter amminsitrativo che ha determinato una variante del piano regolatore autorizzando quindi la costruzione del tempio in una ex cava, luogo visitato e benedetto dal Dalai Lama durante una visita nel 2014.
"Finalmente dopo tanto attendere, l’iter burocratico e urbanistico si è concluso", commenta Manuela Ferro, responsabile della comunicazione dell’Istituto Lama Tzong Khapa, un monastero più piccolo che già sorge a Polaia. I costi saranno interamente finanziati dalla comunità buddista e non ci sarà alcun contributo pubblico. Il terreno è già stato acquistato dai monaci. Il progetto è stato firmato con tanto di piano di fattibilità da Gino Zavanella, uno dei più grandi architetti italiani nonché autore dello Juventus Stadium. Insieme a lui, al progetto ha lavorato l’architetto toscano Mauro Ciampa.
Zavanella ha accettato l’incarico per varie ragioni: una di queste è l’essere simpatizzante dei buddisti. Rispetto al progetto originale sono state compiute alcune modifiche per armonizzare l’edificio nel panorama delle colline pisane. Come spiega Il Corriere della Sera, "in realtà i monasteri saranno due, anche se si può parlare di ali di uno stesso edificio. Quella dei monaci e quella delle monache e le cucine. Poi sarà realizzato il tempio, la biblioteca e la residenza dell’abate, il monaco responsabile.
Tutto sarà realizzato a piccoli lotti, in modo graduale, correggendo eventualmente alcune soluzioni per rendere il monastero ancora più integrato nel paesaggio se ci sarà bisogno. Anche l’istituto Lama Tzong Kapa, il centro attualmente in funzione, potrebbe essere interessato da un progetto di ampliamento con una grande sala dedicata alla meditazione.