"E’ per me un’emozione profonda, entrare in questo Parlamento, vedere tante bandiere colorate, affratellate. E’ un emozione forte. Non e’ stato sempre cosi. Popoli europei poco tempo fa non erano riuniti, ma erano uno contro l’altro. Con grande fierezza, ferma nei suoi 90 anni suonati Liliana Segre e’ stata ascoltata dall’assemblea di eurodeputati in profondo raccoglimento, interrotto da scrosci di applausi frequenti. Quello che piu’ colpisce e’ il silenzio dell’assemblea, che ha ascoltato attonita il crudo racconto della Segre.
"E' difficile ricordare questi eventi tristissimi- ha precisato la senatrice a vita- sento come una difficoltà psichica continuare a ripetere queste stesse terribili memorie. Ma lo ritengo un dovere cui non posso sottrarmi." La senatrice a vita a ricordato la cosiddetta 'marcia della morte' affrontata dai prigionieri liberati dai soldati russi. Una marcia interminabile che vide centinaia di migliaia di Liliana Segre prigionieri detenuti nei campi di concentramento camminare verso la liberazione.
Una marcia durissima e terribile durante la quale molti morirono racconta la Segre ma durante la quale lei stessa comprese il valore grandissimo della forza di sopravvivere e di quanto la vita possa in momenti disperati muovere oltre le forze. La Segre ha poi ricordato che durante la sua prigionia ad Auschwitz ha cercato di comunicare con le compagne che venivano da altri paesi. Per uscire dalla terribile solitudine e dalla disperazione di quei giorni. "Oggi – ha raccontato la Segre- si comunica con diverse lingue in amicizia, ma 75 anni fa non era cosi. C’era tra di noi prigioniere il desiderio di comunicare e di trovare una o più parole comuni per comunicare. E allora- ha precisato la senatrice- una o due parole imparate per parlare con le francesi, le olandesi".
Grande fermezza e lucidita’ quella della senatrice a vita, un ricordo profondo, crudo per certi versi, ma vero reale. I visi di tantissimi europarlamentari segnati dallo stupore e dall’orrore. Moltissimi poi, si sono commossi ad ascoltare il racconto terribile della senatrice a vita italiana. "Ho accettato come un grande dovere l’occasione di venire a parlare e ricordare gli orrori che furono ma voglio anche testimoniare che si puo’ mettendo una gamba davanti all’altra andare avanti". Finisce la testimonianza della senatrice con un applauso sentito di tutta l’assemblea. Tutti riuniti in un minuto di silenzio per ricordare l’orrore e lo stupore davanti al male altrui.