Dunque, in Italia è emergenza nazionale per il Coronavirus. L’ufficialità è arrivata ieri dopo il Consiglio dei ministri che per cercare di contrastare il rischio sanitario ha stanziato, per i prossimi 6 mesi, 5 milioni di euro. Sarà il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, a vestire i panni di Commissario straordinario. Di certo ora nel BelPaese la paura comincia a farsi sentire e purtroppo ieri a Roma è stato affisso, all’esterno di un bar in zona Fontana di Trevi, una cartello con la scritta ‘Cinesi, non entrate’. Un chiaro episodio di discriminazione, collegato anche ad altri, che ieri ha portato l’ambasciata cinese a inviare una nota ufficiale: "Negli ultimi giorni in Italia si sono verificati casi di intolleranza, sfociati persino in episodi di insulti e discriminazioni nei confronti dei cittadini cinesi. Esprimiamo la più forte e assoluta denuncia e condanna di fronte a tali avvenimenti".
Ma come stanno i due turisti cinesi, marito e moglie, ricoverati all’ospedale Spallanzani della capitale dopo aver contratto il Coronavirus? Il bollettino medico diramato dal nosocomio parla di condizioni discrete: "La moglie di 65 anni, attualmente è in condizioni cliniche discrete, e presenta un iniziale interessamento intersiziale polmonare, febbricola e congiuntivite bilaterale. Il marito, di 66 anni, attualmente è anche lui in condizioni cliniche discrete, pur presentando un interessamento polmonare più pronunciato, con febbre, tosse e astenia". Poi la rassicurazione del direttore scientifico dello Spallanzani: "Predico tranquillità perché il rischio reale di trasmissione si verifica con persone sintomatiche. Siamo quasi del tutto tranquilli che non ci siano stati altri contagi".
Nell'ospedale, intanto, in molti sono sotto osservazione: in 12, di ritorno dalla Cina, sono stati ricoverati per eseguire il test, in quanto presentano moderati sintomi. Altri 20, totalmente asintomatici, sono comunque in ospedale perché sono stati a contatto con i due turisti cinesi. Per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte "non c’è motivo di suscitare allarme o diffondere panico sociale. Lo stato d'emergenza ci consente di poter disporre del tempestivo efficace intervento anche della Protezione civile. Anche dopo aver prontamente disposto il divieto di traffico aereo con la Cina l'Italia conferma di aver adottato da subito, fin dai giorni scorsi, la linea di precauzione più efficace, più tempestiva, più costante. Al momento non c’è necessità di cambiare gli stili di vita".
In Cina i casi confermati sono quasi 10 mila - un centinaio in altri 22 Paesi - mentre furono 8100 quelli dell'epidemia dei primi anni 2000, che uccise 774 persone. Al momento i decessi, confinati alla sola Cina, superano i 200 con una drastica e preoccupante accelerazione negli ultimi giorni.