Commisso for president, Commisso supereroe, Commisso Che Guevara contro i poteri forti. E cioè l’unico potere forte riconosciuto nella serie A italiana: la Juventus che vince con decine di punti di distacco ma è tornata Rubentus per i tifosi avversari. Tutti, interisti e milanisti, laziali e romanisti, napoletani e fiorentini. Dopo la sfuriata per i due discussi rigori in Juventus-Fiorentina, il presidente americano Rocco Commisso è assurto a idolo anti-bianconero.
Per il Sole 24 Ore è stato aggredito dal Virus del Tifo, ha dato in escandescenze e lanciato durissime accuse contro i presunti favoritismi arbitrali pro-Juve. Avrebbe esibito, se capiamo bene, il suo lato più naif che gli ha suggerito la versione più ultrà e meno istituzionale del ruolo di presidente. Ma Commisso non è nato ieri, tutt’altro. "Non voglio essere trattato come lo scemo arrivato dall’America", ha infatti insistito. Ha capito che, in qualche modo, il piagnisteo paga.
Ce l’aveva soprattutto con Pavel Nedved che in diretta tv gli ha ingiunto di tacere e semmai prendersi un tè. Senza tanti complimenti. E senza il rispetto che si deve a un presidente al quale avrebbe dovuto replicare il presidente Agnelli, da pari a pari. Il ceco è il mastino che la dirigenza juventina scioglie in casi del genere. Non un simpaticone, anzi il prototipo dell’arroganza bianconera, uno che quanto a rosicamenti post partita non ha rivali. In campo, tra simulazioni e stalking all’arbitro, in grisaglia come contro la Lazio in Supercoppa (multato ma non squalificato) o quando in Europa trova arbitri sudditi di poteri ancora più forti, vedi il Real Madrid.
"Per fare la morale agli altri sul comportamento da tenere a fine gara la Juventus non mandi Nedved, spesso protagonista di sceneggiate irrispettose e intimidatorie verso gli arbitri", ha twittato Sandro Piccinini. Subito supportato da un ex collega Mediaset, Maurizio Pistocchi, che proprio per aver criticato la Juve sostiene di essere stato cacciato dai palinsesti. Il figlio di Nedved dà loro dei giornalai che si inventano giornalisti in qualità di figlio. Complottismi, sudditanze psicologiche, familismi amorali, il copione è sempre quello. Lo sfogo dello zio ricco d’America poco aggiunge.
Il pregiudizio anti-juventino è più radicato dell’amore per la propria maglia, se non batti i bianconeri è perché rubano. Tracotanza e doppia morale juventina spingono con forza uguale e contraria: l’unica cosa che conta è vincere ma solo fino a quando perdi, non si parla di arbitri fino a quando non ti fischiano contro.