Resta altissima la tensione nella maggioranza giallorossa dove la crisi minaccia di deflagrare da un momento all'altro. A rischiare di far "saltare il banco" del Conte bis, manco a dirlo, resta il "nodo prescrizione" al centro, ormai, di un serrato braccio di ferro tra una parte della maggioranza (pentastellati, dem e Leu) e i fedelissimi di Matteo Renzi. E che la situazione sia decisamente incandescente, lo ha dimostrato, ieri, l'aut aut che il "reggente" del Movimento 5Stelle, Vito Crimi, senza troppi giri di parole, ha sostanzialmente lanciato al partito dell'ex premier. "Qualcuno oggi tra le fila di Italia Viva chiama in causa il ministro Bonafede con accenti totalmente fuori luogo. Gli attacchi e le costanti minacce sono inaccettabili: se intendono aprire la crisi di governo lo si dica chiaramente e si faccia secondo modi e procedure istituzionali. A quel punto gli italiani sapranno chiaramente chi vuole fare il loro interesse e chi no" ha detto il capo politico grillino. Parole durissime le sue, con Crimi che non ha esitato a definire "di buon senso" l'accordo raggiunto tra Pd, M5S e Leu venerdì scorso, sul cosiddetto "lodo Conte bis". Si tratta, in soldoni, di una modifica apportata alla norma sulla prescrizione, che introduce il blocco della decorrenza solo per gli imputati condannati sia in primo che in secondo grado. La proposta, di fatto avanzata da Leu, ha ricevuto l'avallo convinto anche del Pd ma non di Italia Viva che è rimasta contraria: "Questo accordo a tre non ha i numeri in Parlamento" ha sbottato ieri l'ex rottamatore. Tornando a dettare la linea: "Noi su questa vicenda non molliamo". E "nei prossimi giorni lo dimostreremo" ha poi aggiunto su Fb, il leader di Iv negando di volersi "sottomettere" alle decisioni della maggioranza. A dargli man forte ci ha pensato Roberto Giachetti, deputato di Iv. "Andremo fino in fondo contro il blocco della prescrizione, contro questa riforma che riteniamo liberticida" ha tuonato il parlamentare di Italia Viva anticipando che "quello che posso dire è che se loro, e in particolare Bonafede, vogliono continuare con una forzatura di questo tipo, certamente, al di là di quello che succederà con il governo, il ministro Bonafede si troverà una bella mozione di sfiducia. Questo è pacifico". Insomma, l'antifona sembra chiara: Italia Viva, che non ha votato l'accordo raggiunto nella maggioranza, rimane sulle barricate. Dall'opposizione, intanto, Forza Italia spiega di essere pronta a chiedere un incontro al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E contro l'accordo, direttamente da Trieste dove era presente in occasione del "Giorno del Ricordo" in memoria delle vittime delle foibe, ha tuonato anche il leader della Lega Matteo Salvini. "E' un non accordo come scrivono tanti giudici e tanti magistrati" ha detto il segretario del Carroccio. "E' il solito tirare a campare di un governo che non decide. Pur di non scontentare nessuno vanno avanti senza decidere nulla" ha aggiunto. "Prima il signor Zingaretti prende atto del disastro che sta causando e meglio è per tutti" ha concluso Salvini.
STEFANO GHIONNI