Nei giorni scorsi la Camera dei Deputati ha approvato il provvedimento di ratifica ed esecuzione della convenzione tra Italia e Uruguay per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali. Tale trattato, ricordiamo, venne firmato il primo marzo dello scorso anno in occasione della visita in Uruguay dell’allora ministro degli Esteri italiano Enzo Moavero Milanesi. Nel suo articolo 2 la convenzione elenca le imposte che rientrano in questo accordo. Per l’Italia ci sono le imposte sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) e delle società (IRES) e l’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP). Per l’Uruguay sono coperte: le imposte sui redditi e sulle attività economiche, l’imposta sui redditi delle persone fisiche, l’imposta sui redditi dei non residenti e l’imposta sull’assistenza alla sicurezza sociale.
Oltre all’eliminazione del doppio regime di tassazione, il provvedimento pone anche le basi per una cooperazione tra le amministrazioni fiscali volta a combattere i fenomeni di evasione ed elusione fiscale seguendo le indicazioni imposte dai parametri internazionali. Per capire qualcosa in più su questo trattato parliamo con Roberto Simonato, commercialista torinese residente in Uruguay che, seppur con grave ritardo, ha accolto con grande favore questa misura. "Da adesso in poi una persona o un’azienda che ha un investimento in Italia o in Uruguay pagherà le tasse solo nel paese in cui è residente e l’altro ne riconoscerà la validità. Era ora, ci siamo arrivati con grave ritardo rispetto agli altri paesi. Indubbiamente questo trattato è molto positivo e va nella direzione di favorire in futuro gli investimenti".
Simonato insiste ripetutamente su quest’ultimo aspetto pur specificando che "gli investimenti non vengono da soli ma hanno bisogno di politiche di promozione del paese così come di incentivi. In ogni caso vanno create le condizioni per favorirli, per questo il trattato rappresenta solo un tassello, poi si vedrà, speriamo". Quando parla di investimenti, il commercialista piemontese si riferisce principalmente all’Uruguay anche se precisa che le opportunità vanno in entrambe le direzioni. "Per l’Uruguay questo trattato potrebbe avere una rilevanza ancora più significativa fermo restando che i vantaggi sono reciproci. Innanzitutto rappresenta un ulteriore passo di uscita dalla varie liste nere europee e migliora l’immagine di un paese che in passato era considerato come paradiso fiscale ma negli ultimi anni è stato fatto molto. In secondo luogo potrebbe attrarre maggiori investimenti italiani di cui ci sarebbe tanto bisogno, penso alle infrastrutture ma non solo". Tuttavia lo senario affinché questo avvenga presenta diverse difficoltà secondo l’esperto a cominciare dalle "turbolenze che sta vivendo l’America Latina". E poi ancora le peculiarità di queste due nazioni, "gli alti costi che presenta l’Uruguay" e "un’economia italiana che ancora fa fatica a ripartire".
Insomma, le condizioni non sono proprio delle migliori ma comunque è un punto di partenza. "A differenza del passato" -conclude Simonato nel suo commento- "oggi gli investimenti italiani vanno in altre direzioni e trascurano il Sud America nonostante le tante opportunità che la regione offre. Anche per questo motivo l’approvazione di un trattato del genere può rappresentare un primo passo per invertire la situazione".
di MATTEO FORCINITI