Il dilemma dei presunti "responsabili" è simile a quello che lacerava Nanni Moretti. L’attore-regista si chiedeva se veniva notato di più se si faceva vedere o non si presentava ad un particolare evento. I parlamentari che vengono indicati come possibili responsabili si sentono ora divisi dall’interrogativo se per salvare la loro poltrona e la legislatura sarebbe meglio andare con Giuseppe Conte e tenere in piedi il governo Pd-M5S o seguire Matteo Renzi e sostenere un esecutivo istituzionale di emergenza magari guidato da Mario Draghi e destinato a durare per i prossimi tre anni. È probabile che questo dilemma sia solo fantapolitica e che i possibili responsabili non siano in grado né di aiutare Conte a rimanere a Palazzo Chi, né favorire Renzi a fare lo sgambetto all’attuale Presidente del Consiglio. In tutto questo guazzabuglio, però, un dato inequivocabile esiste. Ed è rappresentato dall’esaurimento completo del Conte-bis; esaurimento causato dalla stessa ragione che aveva mandato all’aria il Governo del Conte-primo. A provocare la caduta dell’esecutivo gialloverde fu la decisione della Lega di non poter più restare all’interno di una coalizione che non era più in grado di governare a causa della incapacità del Premier di sapere mediare a trovare compromessi tra le diverse componenti dell’allora maggioranza. A portare l’esecutivo giallorosso sull’orlo dell’abisso, a stare almeno alle prese di posizione degli esponenti di Italia Viva, c’è l’incapacità del Presidente del Consiglio di costringere Movimento 5 Stelle e Partito Democratico a mediare e trovare compromessi con il partito guidato da Renzi. Insomma, la paralisi del Conte-primo era provocata, secondo la Lega, dalla inadeguatezza di un Premier tanto presuntuoso quanto incapace. La paralisi del Conte-bis sarebbe provocata, secondo i renziani, dalla totale subordinazione del Premier ai voleri dei partiti maggiori e dalla sua testarda pretesa di non accettare la banale esigenza di una coalizione quadripartita di avere un Presidente del Consiglio in grado di essere terzo tra le parti e saper mediare tra le diverse posizioni. Insomma, se il Governo gialloverde è morto e quello giallorosso è in agonia, la colpa è di Conte. Sarà per questo che i responsabili sono ora pieni di dubbi sul loro prossimo cammino?
ARTURO DIACONALE