“Vorrei dire che non soltanto sono innocente di tutte le accuse che mi sono state mosse, non soltanto non ho mai commesso un delitto nella mia vita – degli errori forse, ma non dei delitti – non soltanto ho combattuto tutta la vita per eliminare i delitti, i crimini che la legge ufficiale e la morale ufficiale condannano, ma anche il delitto che la morale ufficiale e la legge ufficiale ammettono e santificano: lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. E se c’è una ragione per cui io sono qui imputato, se c’è una ragione per cui potete condannarmi in pochi minuti, ebbene, la ragione è questa e nessun’altra”.
Una scrittura pulita e pregnante quella di Bartolomeo Vanzetti, parole chiare e nette con cui delinea la triste vicenda di discriminazione e soprusi che ha subito. Insieme a Nicola Sacco fu barbaramente ucciso sulla sedia elettrica nell’agosto del 1927, a Charlestown. Innocenti, le uniche colpe quelle di essere due italiani, due anarchici. La loro storia ci parla anche di immigrazione, razzismo e intolleranza negli Stati Uniti d’America degli anni Venti, della lotta di Sacco e Vanzetti per la difesa della dignità umana.
Che cosa è accaduto nel dettaglio, qual era il contesto storico che ha reso possibile gli eventi, che peso essi assumono all’interno della memoria collettiva, queste le tematiche oggetto di riflessione venerdì 28 febbraio, a partire dalle ore 21,00, presso il Museo Regionale dell’Emigrazione di Frossasco. Lorenzo Tibaldo presenta il suo libro “Sacco e Vanzetti, innocenti!”, una seconda edizione ulteriormente ampliata grazie all’ausilio di fonti inedite e ricerche recenti.
Nel libro, l’autore ricostruisce la storia dei due anarchici italiani grazie all’utilizzo delle loro stesse lettere, degli scritti prodotti prima e durante la prigionia, in questo conducendo un accurato lavoro di ricerca in archivio. In evidenza i tratti essenziali della vita di Sacco e Vanzetti: la famiglia in Italia e la scelta di emigrare, l’adesione al movimento anarchico e la relazione con l’America violenta di inizio Novecento, la macchinazione giudiziaria e l’arresto. All’attenzione dei lettori e del pubblico anche gli eventi successivi: la mobilitazione internazionale, la posizione della dittatura fascista, il drammatico epilogo.
Durante la serata Lorenzo Tibaldo dialogherà con Davide Rosso, direttore del Centro culturale valdese nonché membro del Comitato di Gestione del Museo Regionale dell’Emigrazione. Uno scambio di suggestioni nel quale anche il pubblico sarà coinvolto, per delineare il quadro storico dell’America di quegli anni, il processo-farsa, il significato nella memoria collettiva della vicenda dei due amici, immigrati italiani, anarchici, che non hanno mai smesso di gridare al mondo la loro innocenza. “Perché”, per dirla con le belle parole di Bartolomeo Vanzetti, “solo con la libertà l’uomo si eleva, si nobilita e si completa”.