Abbiamo la netta sensazione che il Maie nutra un concetto tutto suo sul pluralismo dell’informazione e sulla democrazia. Forse il suo rappresentante in Uruguay Aldo Lamorte vorrebbe la chiusura di quei giornali ostili al suo pensiero. Azzarderemmo dire che vorrebbe silenziare chi osa criticarlo (basti ricordare le nostre enormi perplessità in merito alla costruzione del nuovo consolato a Montevideo... ricordate? Noi diciamo che è una iniziativa ottima ma che prima bisognerebbe rinforzare il personale addetto ai passaporti e alle cittadinanze..... Spendere un milione di euro, in questo momento di crisi e non dirottare una parte della somma per assumere subito più gente alla Cancelleria consolare di Montevideo sembra assurdo, laddove bisogna anche considerare che per la Farnesina l'Uruguay è una "sede disagiata" solo a parole non essendo stato aggiornato il compenso ai funzionari che vengono dall'Italia. Con le nefaste conseguenze che nessuno vuole venire a lavorare in questo Paese...).
Comunque ritornando a noi, diciamo al caro Lamorte (lasciateci aggiungere ‘carissimo’ dato che deve ancora a questo quotidiano 20mila dollari per una campagna pubblicitaria - 19 pagine - da noi regolarmente pubblicata e da lui regolarmente non saldata… E non vogliamo parlare del terreno a Carrasco del valore di 250mila dollari impropriamente e furbescamente carpito alla legittima proprietari...) che comunque non riuscirà di certo a mettere il bavaglio a ‘La Gente d’Italia’. Perché scriviamo questo? Ecco i fatti. Mercoledì è stato chiesto al Comites di Montevideo un parere (non vincolante) sull’operato del Vostro e nostro quotidiano. Il Comites, per legge deve confermare se il giornale è diffuso nel Paese e se è scritto in lingua italiana. Bene: al voto, 14 persone: 10 di queste hanno dato un riscontro positivo (e di questo siamo orgogliosi), mentre le restanti 4 persone riconducibili a Lamorte (e lui stesso) hanno dato parere contrario. Alla domanda del perché di questa scelta, non hanno dato seguito. L’ordine partito dall’alto era quello di dire no, a prescindere come direbbe Totò. Senza dare alcuna motivazione. Facile, no?
Per questi tizi ‘La Gente d’Italia’ non esiste. Strano perché lo scorso anno, la stessa gente, Lamorte compreso aveva dato parere positivo approvato all’unanimità da tutti i consiglieri " per aver quotidianamente diffuso in tutto l'Uruguay e con particolare presenza a Montevideo veicolandola in tutto il Paese, l’informazione italiana con firme di grande prestigio e una puntuale rassegna degli avvenimenti italiani, favorendo inoltre la diffusione della lingua e della cultura italiana nell’interesse della Comunità italiana in Uruguay". Come ve lo spiegate questo voltafaccia? Stesse 16 pagine giornaliere, stesso veicolo di diffusione, il giornale El Pais, stessi giornalisti... Stiamo valutando comunque con i nostri avvocati il ricorso alla magistratura denunziando i 4 per "falsa attestazione" (Il reato di falsa attestazione infatti può essere commesso da chiunque, basta che vengano date informazioni non veritiere, anche solo in parte, sia personalmente a voce che tramite una dichiarazione scritta. Il reato, per inciso, è punibile con la reclusione che va da uno a sei anni; questo termine è stato aumentato con il "Pacchetto Sicurezza", così come l’aspetto sanzionatorio previsto nel secondo comma dell’articolo 495).
Peccato per loro. Gente d'Italia esiste e tra qualche settimana arriverà pure in Argentina, laddove non si pubblicano più quotidiani in lingua italiana. Caro Lamorte (scusi, carissimo intendevamo dire…), dovrebbe essere contento del nostro approdo anche a Buenos Aires e nelle edicole di tutte le province (ribadiamo: TUTTE, altro che non esistiamo) e dovrebbe essere felice anche il sottosegretario Ricardo Merlo, fondatore del Maie e nativo proprio di Buenos Aires. Il nostro approdo in Argentina dovrebbe essere accolto dal Movimento Associativo Italiani all'Estero con gioia e giubilo, perché in questo modo la collettività italica avrebbe la possibilità di sentirsi anche un po’ più vicino a casa. Invece andiamo al Comites di Montevideo e ci sentiamo dire che noi non esistiamo, anche con un certo modo di fare arrogante, saccente e, perché no, minaccioso, mostrando anche il guardaspalle in attesa fuori la saletta...
Ora, caro Lamorte (ci scusi, sempre carissimo), secondo lei all'editore e direttore de ‘La Gente d’Italia’, Mimmo Porpiglia, che nel corso della sua carriera di giornalista professionista ha avuto a che fare per lavoro con camorra, mafia e 'ndrangheta, con personaggi del calibro di Tano Badalamenti, Michele Greco, Raffaele Cutolo e John Gotti in persona (giusto per fare qualche esempio), possono far paura gli atteggiamenti intimidatori suoi e di chi le sta a fianco? Lei minaccia da mesi querele mai arrivate per continuare a non pagare i suoi debiti.... Suvvia, cerchi di essere ragionevole. Faccia il suo dovere, si comporti da persona per bene, ridia il maltolto e noi la perdoneremo.... glielo promettiamo... E per ricordarle che esistiamo, sì, Gente d'Italia esiste da 21 anni, se vuole le giriamo nuovamente la fattura da 20mila dollari che non ha mai pagato per la vicenda di cui abbiamo accennato. Le parole, come si suol dire, stanno a zero. Carta, invece, canta (leggasi ‘Gente d’Italia’ e la fattura).
Ps: c’è chi come il Maie (o qualche suo rappresentante) preferirebbe vedere la scomparsa dei quotidiani, c’è chi invece tifa per i giornali d’informazione, soprattutto quelli per gli italiani all’estero, come il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A buon intenditor, poche parole…
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