In Italia si fa strada l'Intelligenza Artificiale (AI) e il mercato - tra software, hardware e servizi - nel 2019 ha raggiunto un valore 200 milioni di euro, di cui il 78% commissionato da imprese italiane e il 22% come export. Tra i diversi settori, l'AI è diffusa in particolare nelle banche e finanza (25% del mercato), nella manifattura (13%), nelle utility (13%) e assicurazioni (12%). Inoltre, l'implementazione da parte delle imprese non ha favorito la sostituzione del lavoro umano.
Sono alcuni risultati della ricerca dell'Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano. Secondo l'indagine, il 96% delle imprese che hanno già implementato soluzioni di AI non rileva effetti di sostituzione del lavoro umano da parte delle macchine, solo l'1% nota che ha eliminato alcuni posti di lavoro, mentre il 3% ha mitigato gli effetti sui lavoratori coinvolti grazie a strumenti di protezione sociale.
Più che sostituire le capacità degli esseri umani, l'Intelligenza artificiale le sta aumentando: il 48% delle imprese evidenzia che le soluzioni di AI adottate non hanno direttamente coinvolto attività svolte dalle persone, il 28% che le attività sostituite hanno permesso ai lavoratori di dedicarsi con maggiore dedizione a quelle rimanenti, il 24% che sono stati necessari ricollocamenti, anche parziali, dei lavoratori coinvolti.
Nei prodotti e servizi acquistabili dai consumatori finali, però, la diffusione dell'Intelligenza artificiale è ancora limitata. Secondo la ricerca, solo il 5% di 407 categorie di prodotti o servizi sul mercato prevede questa funzionalità, percentuale che sale al 31% tra quelli "nativamente elettronici", come smartphone e automobili, ma anche televisori, sistemi audio, fotocamere, piccoli elettrodomestici.
Se oggi il 19% della spesa totale delle famiglie italiane è indirizzato a categorie con almeno un prodotto o servizio che contiene AI, nel breve periodo si prevede ampio spazio per nuove soluzioni.