Lionel Messi (1,70), il più grande dei più piccoli (Insigne 1,63; Mertens 1,69; Papu Gomez 1,65), non vede l’ora di venire a Napoli. Un anno fa, incontrando Roberto Saviano in Spagna, gli aveva detto: "Mi piacerebbe presto venire a Napoli e passare qualche giorno là che soprattutto per un argentino è come stare a casa". In questi giorni di vigilia di Napoli-Barcellona, ha detto: "È da molto tempo che volevo andare a giocare in quello stadio, sono molto felice di vedere com’è, conosco i napoletani e l’amore folle che hanno per il calcio". "Quello stadio" è il San Paolo, ma soprattutto "quello stadio" è lo stadio di Maradona. Ecco l’inghippo sentimental-partenopeo-argentino che titilla in qualche modo la pulce pizzicandogli il cuore, la curiosità e la fantasia. Lo stadio di Maradona: la sovrumana leggenda, la griffe intramontabile, l’insegna incancellabile, il vessillo memorabile. Nessun calciatore al mondo ha un "suo" stadio. Nessuno stadio si è "legato" a un campione, a un fuoriclasse, a un artista della pelota come il San Paolo a Maradona. Ma anche nessuna città al mondo si è identificata, abbracciata, offerta, amando e riamata, come Napoli con Maradona. È un fenomeno unico nel calcio. Poetico e carnale. Napoletano. Perché sulo a Napoli se fa. Nessuno stadio ricorderà per sempre Lionel Messi. Nessuna città. Negli angoli più sperduti del mondo, se dici Napoli ti dicono Maradona. Se dici Barcellona ti diranno Gaudì, Mirò, paparacchiò. Non diranno: Barcellona, Messi. Ora la pulce verrà ad annusare questo incantesimo, questo amore grande, questo fiabesco portento che ha contribuito a rendere unico Diego, il più grande di tutti anche perché una città, la sua madre vera, povera e bella, disperata e felice, famosa e perduta, l’ha fatto grande agli occhi del mondo in un abbraccio di gioia e dolore. Anche per questo Messi non sarà mai Maradona. Come minimo, gli manca Napoli. E, allora, il professor Trombetti, grande tifoso matematicamente azzurro, dice, alla vigilia di Napoli-Barcellona, perché non prendiamo Messi essendo stati capaci una volta di prendere Maradona? E Germano Bellavia, pasticciere, attore e tifoso, avverte che il Napoli è già stato a Barcellona per verificare l’ipotesi. Prendere Messi a 43 milioni l’anno? Diego non venne per soldi. Venne inconsciamente incontro al suo superbo destino che si chiamava Napoli. Così era scritto nelle stelle, così i cantastorie possono diffondere ancora la fiaba più affascinante del pallone. Maranapoli.
MIMMO CARRATELLI