È morto all’età di 91 anni Hosni Mubarak, presidente che governò l’Egitto dal 1981 al 2011, quando imponenti manifestazioni popolari lo persuasero alle dimissioni. L’ex "rais" dell’Egitto era ricoverato da tempo nel reparto di terapia intensiva di un ospedale egiziano per gravi problemi di salute e solo due settimane fa si era sottoposto a un intervento chirurgico. Oltre a una patologia cardiaca, nel 2011 gli era stato diagnosticato anche un cancro allo stomaco. A dare notizia della sua morte, il figlio Alaa. Mubarak è il quarto presidente dell’Egitto indipendente. Prima di intraprendere la carriera politica, si arruolò nell’aviazione militare nel 1949.
Nel 1973, durante il conflitto contro Israele – la cosiddetta ‘Guerra dello Yom Kippur’ – Mubarak si distinse per il suo valore, assurgendo a eroe nazionale. Allora era Generale in capo, e in una intervista successiva rivelò di essere stato lui a dare il via ai combattimenti, attaccando una base militare israeliana per le comunicazioni sei minuti prima che partisse l’offensiva della coalizione araba, composta da Egitto e Siria. Dell’operazione, secondo l’ex capo dello Stato, solo tre alti generali in capo erano a conoscenza insieme all’allora presidente Anwar Sadat. La sua azione sarebbe stata fondamentale per favorire la sigla degli accordi di pace successivi tra Egitto e Israele.
Una volta divenuto presidente, nel 1981, governò con mano ferma e fu accusato di aver creato un stato di polizia, pervaso da corruzione diffusa. Il grande potere di cui godeva gli valse il soprannome di ‘faraone‘. Nel 2011, quando sono scoppiate manifestazioni popolari al Cairo con centinaia di migliaia di persone per chiedere riforme democratiche ed economiche, Mubarak fu obbligato a dimettersi. Venne quindi arrestato e processato per non aver impedito che le forze di sicurezza, nel tentativo di disperdere i cortei, uccidessero dei manifestanti. Inoltre è stato accusato di appropriazione indebita. Ha scontato diversi anni di reclusione, infine nel 2017 Mubarak è stato assolto da tutte le accuse, salvo quella di corruzione assieme ai figli Alaa e Gamal.
Diagnosticato il cancro nel 2011, i suoi avvocati più volte chiesero clemenza, convinti che il loro assistito non averebbe sopportato il carcere per via delle difficili condizioni di salute. Per un periodo i giudici gli hanno permesso di risiedere nell’ospedale militare alle porte del Cairo, e il fatto che fosse assistito con eccessive premure e riguardi da parte del personale carcerario ha suscitato critiche da parte dell’opinione pubblica. I suoi sostenitori invece, come ricorda la stampa locale, avevano l’abitudine di riunirsi sotto le sue finestre con canti e slogan di incoraggiamento per una pronta guarigione.