Gli Stati che, in modo più o meno restrittivo, hanno messo il nostro Paese in una sorta di black list si sono moltiplicati. E con essi le compagnie aeree che hanno deciso di sospendere o ridurre i voli da e per l'Italia. È un quadro in costante evoluzione, e il consiglio – per chi deve mettersi in viaggio – è quello di preventivare eventuali nuovi disservizi. Intanto, la situazione attuale è quella che andiamo a descrivere.
COMPAGNIE AEREE Da ieri, primo marzo, American Airlines ha cancellato fino al 24 aprile i due voli da e per Milano Malpensa verso l’aeroporto John Fitzgerald Kennedy di New York e verso quello di Miami. La British Airways è stata una delle prime compagnie aeree a sospendere alcuni voli da e per l’Italia. E nelle ultime ore ha confermato che questa sospensione – inizialmente prevista fino all’11 marzo – è stata prorogata fino al 28 marzo. Anche l’altra compagnia britannica, EasyJet, ha deciso di sospendere alcuni collegamenti con l’Italia: "Abbiamo registrato un significativo calo della domanda e dei fattori di riempimento da/per le nostre basi del Nord Italia", hanno scritto in una nota. "Stiamo assistendo a un indebolimento della domanda anche negli altri mercati europei in cui operiamo. Di conseguenza, saremo costretti a cancellare alcune frequenze, in particolare su rotte da e per l’Italia, pur continuando a monitorare la situazione e adattando il nostro programma di voli alla domanda". La belga Brussels Airlines ha ridotto di circa il 30% i suoi collegamenti con il nostro Paese (e più in particolare quelli per Linate, Malpensa, Roma, Venezia e Bologna), fino al prossimo 14 marzo. El Al Israel Airlines ha annunciato che sospenderà i voli verso l'Italia e la Thailandia a causa della diffusione globale del coronavirus. La sospensione, che riguarda anche le tratte per Milano e Roma, durerà fino al 14 marzo, mentre i voli per Bangkok saranno interrotti fra oggi al 27 marzo, spiega la compagnia. Stessa decisione per Bulgaria Air, che ha sospeso i collegamenti con Milano fino al 27 marzo. Sospesi alcuni voli che collegano la città meneghina con Stoccarda e Dusseldorf, in Germania: la decisione è stata presa da Eurowings, a fronte di un drastico calo dell'offerta. La compagnia giordana Royal Jordanian ha cancellato fino a data da destinarsi tutti i collegamenti tra Amman e Roma.
PAESI CHE HANNO BLOCCATO GLI INGRESSI Sul fronte delle decisioni istituzionali, invece, l’elenco dei Paesi che di fatto hanno bloccato i confini continua ad allargarsi: a oggi, quelli che vietano l'ingresso agli italiani o a chi è stato in Italia nelle ultime due settimane sono Arabia Saudita, Iraq, Kuwait, Israele, Libano, Giordania, Bahrein, El Salvador, Mauritius, Turkmenistan, Capo Verde e Seychelles.
CHI METTE GLI ITALIANI IN QUARANTENA Poi si sono quelli che, invece, hanno deciso di mettere in quarantena chiunque arrivi dall'Italia. E attualmente sono: Cina, Eritrea, India, Taiwan, Tagikistan, Kazakhistan, Romania e Kirghizistan. Per quanto concerne la Romania, in realtà, la situazione è leggermente differente: quarantena per chi arriva dai posti più caldi di Lombardia e Veneto (ipotesi, per altro, non percorribile, essendo in isolamento territoriale già in Italia). Mentre per tutti gli altri in arrivo dall’Italia è previsto un isolamento volontario domiciliare di 14 giorni. Isolamento che chiedono, a chi arriva dalle regioni del Nord Italia, anche Malta, Estonia e Bulgaria. Chi controlla a bordo degli aerei - Ed è lunghissimo anche l’elenco dei Paesi che hanno predisposto controlli a bordo degli aerei per i passeggeri che provengono dall'Italia: lo fanno in Bielorussia, Brasile, Cile, Cipro, Colombia, Croazia, Cuba, Ecuador, Germania, Grecia, Libano, Moldavia, Marocco, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ucraina e Ungheria. In Lituania, invece, i controlli sono solo per i passeggeri provenienti dalle regioni del Nord della nostra penisola.
ALTRE MISURE Le misure sono in evoluzione e cambiano ora dopo ora. Al momento ci sono Paesi come il Regno Unito, l'Irlanda e il Lussemburgo che chiedono a chi arriva dal Nord dell'Italia e presenta sintomi di influenza un auto-isolamento di 14 giorni. Gli Stati Uniti, invece, hanno fatto sapere che stanno valutando il da farsi, ma al momento non sono state prese decisioni in merito.