E nel giorno imprecisato dei suoi sette giorni il Signore fece la Calabria e usò molti ulivi e fichi d’India, e usò spiagge bianche e marine luminose, e usò montagne selvagge e le popolò di lupi della Sila, e fece fiumi, torrenti e pietraie e fiumare, perché il Signore volle fare tutto al massimo, e fu il massimo della bellezza e il massimo del brullo e dell’impervio, e fece il Tirreno perché baciasse verde-azzurro le coste dove fece sbarcare i saraceni, e fece il Mare Jonio bianco-azzurro perché portasse il messaggio dell’antica Grecia, e fece Norman Douglas di padre scozzese e madre tedesca perché viaggiasse nella nuova terra e magnificasse in un libro quello che il Signore aveva fatto e fu fatto. E il Signore usò tutti i colori della colorata tavolozza divina perché la Calabria avesse il rosso del peperoncino rosso e il giallo delle pesche gialle e il verde delle lucertole verdi e il blu del mare blu di Copanello e il marrone dei monaci di San Francesco di Paola e il bianco lucente delle sardelle neonate. E il Signore fece la pianura di Sibari e le paludi di Sibari e su una collina fece Corigliano e la nomò Corigliano Calabro per distinguerla da Corigliano d’Otranto e l’arricchì di arance clementine, le arance più dolci che il Signore avesse mai creato.
E al Signore rimase il colore nero e prima fece la Madonna Nera di Schiavonea, dopo avere creato il borgo marino di Schiavonea perché gli abitanti di Corigliano vi scendessero a prendere il sole del Signore e vi facessero i bagni di mare, e poi il Signore fece col nero il nero di seppia, i bastoncini di liquirizia, i briganti, le gole profonde e poi fece Gennaro Gattuso e gli diede un padre falegname e centrattacco e una madre di esemplare tempra calabrese e due sorelle, e fece Gennaro Gattuso più nero della pece e più nero di un guscio nero di cozza, e gli fece due piedi quadrati e a Gennaro il Signore disse tu nasci con i piedi quadrati che non diventeranno mai tondi. E Gennaro di Corigliano andò nel mondo con i piedi quadrati dedicandoli al gioco del pallone che ha avuto sempre bisogno di piedi quadrati perché non fosse un gioco di signorine ma di piedi quadrati, e i piedi quadrati diedero a Gennaro gloria e danaro come il Signore aveva predisposto. E Gennaro avrebbe voluto fare il pescatore come i più famosi pescatori di Schiavonea che lo accolsero bambino, come Nardo di Peppe, i Curatolo e i Martillotto, i pescatori più famosi di Schiavonea, ma Gennaro si tolse il mare da dosso e dai sogni e andò sui campi del pallone pestando erba e avversari col coraggio del suo essere terrone orgoglioso e duro, e assommò 144 cartellini gialli in 537 partite che furono la testimonianza della sua suprema ruvidezza, della sua straordinaria aggressività e il frutto magnifico dei suoi piedi quadrati.
E quando Gennaro ebbe il suo nome negli almanacchi del calcio e il conto in banca, il Signore disse Gennaro il divertimento è finito, ora lavorerai in panchina col sudore della tua fronte, l’ansia del tuo umore nero e la passione selvaggia del tuo cuore selvaggio e mangerai panini a morsi ogni volta che uscirai sconfitto. E il Signore aggiunse Gennaro tu non avrai santi in paradiso e neanche procuratori in terra e dovrai farcela da solo. E Gennaro si fece crescere una barba nera, e ravvivò il fuoco nero negli occhi neri, e fece l’emigrante a Sion nella Svizzera pane, cioccolato e pallone, e apparve a Palermo, a Creta e a Pisa, accolto e cacciato da eterno emigrante perché era terrone e aveva i piedi quadrati. E il Signore così aveva predisposto perché l’uomo nero di Corigliano non avesse una vita rosa, e il Signore non gli assegnò un destino da Guardiola o da Jurgen Klopp, e nemmeno da José Mourinho di Setubal, ma gli indicò un sentiero di spine e di 4-3-3.
E quando il destino di Gennaro fu compiuto a Milano, che lo aveva adottato con i piedi quadrati e lo accolse ma non lo trattenne da allenatore quadrato, allora il Diavolo prese le sembianze di Aurelio De Laurentiis e attrasse Gennaro nell’inferno di Castelvolturno. E il Diavolo confuse uomini e cose a Castelvolturno, e cacciò Carlo Ancelotti uomo buono e ignaro di confusioni, e il Diavolo disse a Gennaro ora sei in un mare grande di grandi guai e vediamo se sai nuotare. E il mare di Napoli prima inghiottì Gennaro, poi lo rimandò a riva sano e salvo. E il Signore oggi protegge l’uomo nero di Corigliano, e dovrà proteggerlo dal Diavolo, perché Gennaro ha dimostrato forza e umiltà, il cuore duro e puro, i piedi quadrati ben piantati a terra. E Gennaro va raccontando nel suo esperanto italo-britannico-calabrese il nuovo Napoli senza più i pennelli di Hamsik, con gli ultimi schizzi di Mertens e gli arcobaleni di Insigne e i piedi quadrati di un Napoli che era tondo ed è diventato quadrato.
Mimmo Carratelli