Era il 17 ottobre 2001, i Miami Fusion giocavano nel vecchio Lockhart Stadium di Fort Lauderdale. Partita di spareggio con i californiani del San Jose per accedere alla finale per il titolo. Al 94' un gol del difensore dei californiani Troy Michael Dayak spense Miami. Svanirono non solo le speranze di arrivare alla partita che avrebbe deciso lo scudetto 2001, ma anche il calcio della MLS nel South Florida.
Da quel giorno sono passati 18 anni e cinque mesi. Ma sabato 14 terminerà il lungo digiuno per il South Florida, con il debutto casalingo a Fort Lauderdale, nello stadio che temporaneamente ospiterà le partite casalinghe dell'Inter Miami, in attesa della realizzazione dell'impianto da quasi 1 miliardo di dollari che sarà pronto nel 2022. Il ritorno della MLS, finora sono state giocate due partite, entrambe in trasferta (sconfitte 1-0 coi Los Angeles FC e 2-1 con i DC United) si è potuto avverare grazie soprattutto a David Beckham che poi, assieme ai suoi ricchi soci, ha creato il nuovo club. E per la panchina, dopo mesi di ricerche, è stato scelto un tecnico uruguaiano, Diego Alonso che avrà il compito di accendere l'entusiasmo per il 'soccer' della MLS a Miami e dintorni. Alonso, che i suoi successi più prestigiosi, da allenatore li ha colti in Messico, è pronto a portare a Miami i fondamentali del calcio uruguaiano.
"Non c'è dubbio che la cosa più importante sia vincere - così ha spiegato la sua filosofia - però c'è qualcosa che è ancora più rilevante, prepararsi per arrivare alla vittoria. Perchè se si è allestisti per questo, allora sì che ci si può poi ripetere, in questo modo non si tratta di una casualità. Allora si deve lavorare su questo, lo staff tecnico, i giocatori". Vincere è un imperativo, anche per gli investimenti che Beckham e soprattutto i suoi soci Marcelo Claure, Jorge e Jose Mas per arrivare fino a Masayoshi Son, hanno effettuato al fine di creare una società modello in grado di imporsi nel panorama calcistico degli Stati Uniti. Naturalmente, visto che l'Inter Miami è al debutto assoluto, ci vorrà tempo per poter arrivare in cima alle classifiche.
Intanto però Diego Alonso ha già spiegato dove vuole arrivare: "Vincere la Champions della Concacaf". E su questo campo è un esperto, infatti c'è già riuscito due volte nello spazio di tre anni, prima col Pachuca (2017) poi con il Monterrey (2019). Ma al suo arrivo a Miami il tecnico di Montevideo ha anche parlato del suo amore per il calcio. "In Uruguay tutti giocano a calcio - ha raccontato - quando nasci, le prime cose che ti danno sono una maglia della squadra per la quale devi fare il tifo e un pallone. A me mio padre mi diede quella del Rampla Junior poi più tardi sono diventato tifoso del Peñarol, club per il quale ho giocato e mi sono identificato. E io fin da piccolo ho avuto il sogno di diventare un giocatore professionista". Un sogno realizzato che poi l'ha portato a trasformarsi in allenatore. "Avevo solo 21 anni - ha continuato - quando ho realizzato che la mia passione era quella di fare il tecnico e sapevo che sarebbe stato quello il mio futuro".
E adesso l'Inter Miami, pronto per il debutto casalingo, un evento atteso oltre 18 anni. "Perchè ho scelto questa squadra? Per il progetto che è molto ambizioso - ha ribadito il tecnico di Montevideo - Ho avuto la fortuna di vincere a Pachuca e a Monterrey e voglio fare lo stesso anche qui. Ho voluto trovare un club che avesse i miei stessi obiettivi e l'ho trovato. Non sarà facile, si tratta di un processo, si deve costruire, dobbiamo andare avanti passo dopo passo, ma la mia ambizione è vincere e quando si ha questo desiderio è molto più facile".
Alonso ha firmato per Miami alla fine di dicembre, dopo che il primo colloquio era avvenuto all'inizio del mese. "Ci siamo seduti e dopo che abbiamo parlato mi hanno detto che erano interessati a me, ma la sensazione era reciproca. Della MLS posso dire che conosco tutto, l'unica cosa che mi mancava era far parte di questo campionato. Ho affrontato squadre della MLS giocando nella Champions della Concacaf, poi ancora amichevoli e l'esperienza con i tifosi è stata fantastica". Ma c'è anche un'altra cosa che Alonso vuole far sapere ai tifosi dell'Inter Miami.
"In Uruguay siamo educati a credere che nulla è impossibile. Viviamo accanto a due giganti come Argentina e Brasile e competiamo con loro. Il Brasile ha vinto 9 Coppa America, l'Argentina 14 e l'Uruguay 15. Potremmo sembrare meno, ma quando gareggiamo siamo di più. E questo è lo spirito e la passione che voglio portare". E visto poi che Alonso è anche l'unico allenatore uruguaiano della MLS, non c'è dubbio che l'Inter avrà qualcosa in più.
di ROBERTO ZANNI