Italiani di tutto il mondo, uniamoci in questo martedì 31 marzo 2020 che resterà nella storia perché oggi tutti gli edifici pubblici, alle ore 12, metteranno le bandiere del Tricolore a mezz’asta anche con l’intento di essere vicini alle vittime del Coronavirus e ai familiari. Invitiamo chiunque abbia una bandiera del nostro amato Paese a sostenere l’iniziativa voluta dal governo italiano. E chi non dovesse averla, di unirsi in raccoglimento.
In questo momento, cari Amici Italiani, c’è bisogno di stare uniti più che mai. Certo, questo maledetto virus non si sconfiggerà con le bandiere a mezz’asta. Ma ora è il momento di fare gli italiani, coloro che sono ammirati in tutto il mondo per la propria bontà, per il proprio ingegno, per quella vitalità che è da sempre il nostro marchio di fabbrica.
Non è di certo tra i versi più conosciuti del nostro Inno Nazionale, ma Mameli dice in una precisa strofa testuali parole: ‘Uniamoci, amiamoci; l'unione e l'amor rivelano ai popoli le vie del Signore. Giuriamo far libero il suolo natio: uniti, per Dio, chi vincer ci può?’. Parliamo del 1847 quando fu composto quello che è anche conosciuto come ‘Il Canto degli Italiani’, ma questi versi sembrano scritti proprio per una giornata come quella di oggi.
A più di tre settimane da questa immane tragedia che sta colpendo la nostra amata Patria (e purtroppo anche il resto del mondo), la speranza è che il peggio sia davvero alle spalle. Sì, la nostra Italia è ferita, incerottata. Sono morte migliaia di persone tra cui tantissimi anziani che saranno stati portatori di quei valori che hanno visto il riscatto della Nazione dopo le Guerre (e dunque abbiamo perso testimoni fondamentali per figli e soprattutto nipoti) e noi per questo oggi simbolicamente (e non) saremo tutti uniti alle ore 12 (da noi in Sudamerica alle 7 del mattino).
Ma questo virus non avrà mai il cuore dell’Italia che, statene certi, sarà come quell’uccello mitologico che simboleggia il potere della resilienza, e cioè la capacità di far fronte in maniera positiva alle avversità, coltivando le risorse che si trovano dentro di noi. Quell’uccello è l’Araba Fenice. E allora italiani, oggi più che mai ‘stringiamoci a coorte’. Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo all’Italia.