Novecento metri di altitudine, località termale, in Valle Stura di Demonte, Piemonte. Paese di 611 anime, in provincia di Cuneo, Vinadio è titolare di una unicità, in Italia. Nessun contagiato dal virus. L’intera valle è riuscita ad evitare la pandemia. Come e perché? Sarà fortuna, sarà lo spirito montanaro, sarà quel che sarà, le statistiche raccontano appunto di una località immune. Forse è un qualcosa che mette insieme il senso pratico e la scorza dura di persone allenate alla solitudine. L’isolamento e le mascherine fatte in casa i punti base. In collaborazione con il divieto di visite nelle case di riposo. Dove tutti stanno bene, neanche un paziente positivo. Orgoglioso dei compaesani che fanno squadra il sindaco Angelo Giverso. "Se le mascherine servono a non sputarci addosso, in attesa di ricevere quelle a norma di legge vanno bene anche le altre": Vinadio fedele al motto semplice e antico, chi fa da sé fa per tre. "Basta che la bocca sia coperta". Detto e fatto, nel paese a metà della Valle Stura. Mascherine cucite in casa, fin dal primo giorno del coronavirus. Lavabili e sterilizzate sotto i ferri da stiro a cento gradi. La necessità ad aguzzare l’ingegno, anche questa una regola semplice e antica. Una parte degli abitanti le ha comprate senza badare alla forma, e le ha distribuite a tutti. Chi entra in un negozio con la bocca scoperta, viene immediatamente omaggiato con una mascherina in regalo. Il risultato, per ora, è così traducibile: nessun contagio a novecento metri di altitudine. A Vinadio il virus non è arrivato, dovendo però tenere le dita comunque incrociate. Il paese è un borgo isolato al centro di una valle di sessantadue chilometri che va da Cuneo alla Francia, attraverso il Colle della Maddalena. Una zona di confine e il borgo sul picco di una montagna. Ininterrotto durante il giorno il passaggio di camion della grande distribuzione partiti da Marsiglia e da Barcellona. E gli altri che da Vinadio si muovono con migliaia di confezioni di acqua Sant’Anna imbottigliata alla fonte, Quassù sono approdati anche i corridori del Giro del d’Italia. Zero casi di Covit-19, con tutti gli scongiuri. Il sindaco Giverso, settantuno anni, è un ingegnere dell’Enel in pensione, La casa di riposo chiusa alle visite parenti ai primi vagiti dell’epidemia, con il sindaco bersaglio di critiche. "Poi hanno capito. Non esisteva un’altra possibilità. Adesso stanno tutti bene, i 157 ospiti e i 37 operatori seguono regole precise". Nel rispetto di una convinzione forte: basta l’errore di uno per rovinare il lavoro di tutti. Ogni piano della struttura è dotato di Ipad, in modo che il contratto con l’esterno non sia affidato solo ai telefoni. Anche i volontari non possono entrare. Mascherine per tutti, la legge vale per i 611 abitanti. La regola non scritta mira ad evitare quello che il sindaco chiama "randagismo". Traduzione: rifornirsi presso i tre piccoli negozi alimentari del paese, piuttosto che prendere l’auto per andare al supermercato giù in pianura, a Borgo San Dalmazzo, dove il coronavirus è arrivato. Il risparmio economico non coprirebbe il rischio sanitario. E in questa ottica tutti hanno accettato le regole dettate dal sindaco e da suoi consiglieri. Vinadio è un posto unico, nel panorama abitato in esclusiva dal Covid-19. Il bar è aperto, e i paesani si ritengono fortunati rispetto al resto d’Italia. Al "Caffè Piazza" si rispettano in pieno le regole su distanze e assembramenti. Anche il Comune è aperto, una sola delle sei dipendenti a presidiare l’ufficio. Le altre lavorano da casa. Il turno ruota sui giorni della settimana. Nessuna attività pubblica si è fermata, sembra di stare da un’altra parte, non in Italia. "Finora è andate bene". La dottoressa Catterina Martini ha in cura i residenti del paese e dei cinque comuni dell’Alta Valle. Oltre mille persone. Tutto ok, nonostante l’età media sia molto alta. Persone comunque molto ligie, di mentalità montanara. Cercano di muoversi il meno possibile, e ci riescono. La dottoressa cura a distanza, invia le ricette via mail. In ambulatorio accoglie solo quelli che hanno davvero bisogno". Nel giorno deputato per l’apertura, il mercoledì, il mercato in piazza ha funzionato sempre. Ma per comprare e vendere tutti devono indossare la mascherina. I banchi dicono di lavorare benissimo. Le distanze di sicurezza vengono rispettate, non c’è nessuno con la bocca scoperta. Altre mascherine sono annunciate in arrivo a Vinadio, l’isola felice nell’Italia dell’epidemia, avendo cura prudentemente di toccare ferro. Il Comune le compra ovunque siano reperibili, a sostegno della produzione locale fatta in casa. La locanda del paese ha il permesso di effettuare il servizio a domicilio. È l’unica pizzeria aperta nel raggio di parecchi chilometri. Distribuisce passi salita per salita, casa per casa. L’edicola apre tutti i giorni, il tabaccaio pure. Le terme no, come il turismo a Vinadio: chissà quando e come sarà in grado di riaprire. Dipenderà dalle terme, ovvio.
di FRANCO ESPOSITO