A volte penso che avrei dovuto dar vita a un diario intimo, come una fanciulla, non pubblico e sfacciato. Ci sono dettagli che mi creano il dubbio di espormi a un giudizio del lettore che potrebbe trovarmi vanesio o lontano dalla tragica realtà di questi interminabili giorni. Se esprimo ammirazione per una bella donna – che viso! che sorriso! e qui mi fermo – colta in tivù (per strada le mascherine negano ogni tentazione) posso dirlo al mio diario o devo attenermi a una sorta di divieto di pensieri deboli? Se vedo sulle pagine dei giornali sportivi una bella foto di Paulo Dybala esultante come un prigioniero liberato, posso illudermi che sia l’annuncio di un vicino ritorno alla normalità?
Io tengo un altro diario che accoglie immagini più che parole. Il mestiere mi ha insegnato che una fotografia o un disegno valgono spesso più di un editoriale, lo si diceva – ricordate? – delle vignette di Forattini, e dov’è Forattini adesso? Avrà novant’anni… Sarà capitato anche a voi non solo di avere una musica in testa ma di cercare, nelle ore indolenti del "io resto a casa", di pensare a persone dimenticate, pubbliche o private, il vip sotto traccia, l’amico che è andato in Africa quando molti dicevano d’andarci ma stavano a casa. Ho spento Facebook - troppi villani – che ogni tanto mi portava davvero amici perduti, come il riminese Johnny che ha scelto da decenni Stoccolma e più di un mese fa, quand’è cominciata la rumba del Coronavirus, mi ha scritto su Messenger "siete i soliti italiani emotivi e catastrofici, qui tutto bene, qui viviamo…" e mi è venuta voglia di riaprire fb e dirgli di stare attento, di chiudersi in casa perché il loro stolto premier li ha portati all’inferno, come Boris Johnson (ma io non faccio come molti opinionisti che lo deridono, ho anzi pena per lui).
Mi ha scritto una lettera uno di Mantova che si chiama Negri e subito gli ho chiesto se è parente del mio William da Governolo ché siamo rimasti in pochi reduci della battaglia per l’ultimo scudetto del Bologna 1964, lui, io, il capitano Pavinato, Romanino Fogli, Bruno Capra che ingannò il Mago Helenio. E basta. E basta. Altri mi scrivono, mai giovani. Peccato. Avrei tante cose da raccontargli… Ma non proibitemi, riguardando quella foto di Dybala che salta felice, di ricordare che il coprifuoco è cominciato un mese fa con il discusso Derby d’Italia Juventus-Inter e con quel gol della Joya che ha invaso i musei del bello, di un calcio che i ginnasiarchi pieni di moduli vorrebbero soffocare e invece vince sempre. Adesso si dice che il campionato sta per ricominciare – e fa bene Galliani a precisare che succederà quando lo diranno gli scienziati parlando per conto dello Stato, io lo dico da più di un mese – e sarà bello chiedersi "dove eravamo rimasti?". Lì, eravamo rimasti, a quel gol dribbloso formato Maradona. E se non dovessimo ricominciare, che bella l’ultima pagina…
Italo Cucci