L'Argentina torna protagonista sulla scena internazionale. Il pericolo è quello di un altro default, già nei prossimi mesi. Un déjà vu, ma non per questo meno inquietante. Il governo argentino di Alberto Fernandez presenterà, nelle prossime ore, un'offerta ufficiale per la ristrutturazione del debito estero. Una soluzione accettabile o una proposta irricevibile. Sono queste i due punti estremi su cui oscilla l'Argentina e la comunità di creditori, nelle stesse ore in cui il Paese vive l’emergenza Covid 19.
LA PROPOSTA
La proposta dovrebbe riguardare la porzione del debito in mano a creditori privati internazionali, equivalente a 68 miliardi di dollari. È il ministro dell'Economia, Martin Guzman, l'uomo chiave della vertenza. Il suo jolly potrebbe essere l'appoggio del Fondo monetario internazionale (Fmi), che mira ad affermare il criterio della "sostenibilità" del debito e chiederà ai creditori privati internazionali, due condizioni: una moratoria e un "taglio consistente" sia in termini di capitale, sia di interessi. La principale incognita riguarda l'entità sia della moratoria sia dei tagli che verranno prospettati a grandi fondi di investimento internazionali come Blackrock e Templeton. Secondo indiscrezioni provenienti da fonti argentine, la proposta argentina prevede la sospensione dei pagamenti fino al 2024, oltre ad un taglio del 40 per cento del capitale e del 50 per cento degli interessi.
LA TRATTATIVA CON IL FONDO MONETARIO
Lo scorso 21 marzo lo staff tecnico dell'Fmi, incaricato della revisione dei conti pubblici dell'Argentina, ha stimato tra i 50 e gli 85 miliardi di dollari la decurtazione necessaria del debito estero da parte dei creditori privati. Dal report del Fondo si evince che, nella situazione attuale, per recuperare la sostenibilità macroeconomica Buenos Aires, dovrebbe "ridurre le sue necessità di finanziamento a una media circa 5 punti annuali del Pil sul medio e lungo termine. Quella attuale, secondo il Fondo, è "impraticabile sia politicamente sia economicamente". Guzman, due settimane fa, aveva dichiarato che il negoziato era stato rallentato dalla crisi globale, dovuta alla pandemia del Covid 19.
"Abbiamo un ritardo nell'elaborazione dell'offerta formale a causa della crisi globale in corso per cui non è possibile stabilire attualmente una data esatta", aveva detto il ministro in una conferenza stampa. Guzman aveva quindi ribadito che la proposta argentina sarà in linea con le conclusioni dell'analisi sulla sostenibilità del debito presentata dall'Fmi , che suggeriva ai creditori privati di accettare una riduzione sostanziale dell'importo totale. Il presidente peronista Alberto Fernandez si è insediato lo scorso dicembre ereditando una gestione, quella di Mauricio Macri, piuttosto deludente, ma aveva ribadito di voler evitare in tutti i modi un eventuale default. Pochi mesi dopo lo scenario non è rassicurante.
Roberto Da Rin