Il super 'radiatore' si chiama Sabre (Synergistic Air-Breathing Rocket Engine) ed è un propulsore alimentato a idrogeno (il gas di scarico dunque sarebbe semplice vapore acqueo). La novità per questo tipo di progettazione è rappresentata dal sistema di raffreddamento. Il precooler è una specie di camera che come un radiatore, ma molto più potente, prende l’aria che entra nel motore e la fa piombare dagli oltre mille gradi a -150 nella frazione di un secondo grazie a un sistema composto da migliaia di piccoli tubi nei quali scorre elio liquido.
Potrà andare ben cinque volte più veloce, percorrendo un pezzo del viaggio nello spazio. E senza inquinare. E che non sia una nuova trovata visionaria di qualche folle imprenditore lo testimonia la certificazione dell’Agenzia spaziale europea (Esa) e di quella del Regno Unito (Uksa) che hanno investito decine di milioni di euro nel progetto della britannica Reaction Engines.
Il Giappone è stato il primo Paese ad adottare una “strategia di base sull’idrogeno” e ora vuole diventare una “società dell’idrogeno”. Si prevede che entro il 2030 il mercato nazionale dell’idrogeno cresca di 56 volte raggiungendo 408,5 miliardi di yen (circa 3,7 miliardi di franchi svizzeri) offrendo interessanti opportunità commerciali.
Il dott. Mattia Carlin, Advisor della Fondazione Italia Giappone con sede alla Farnesina, nonché Vicepresidente dell'Unione dei Consoli Onorari in Italia UCOI e Vicepresidente dell'Associazione Giovani Innovatori Angi e VP onorario di Mondo Internazionale è "entusiasta che l'innovazione si coniughi in alcuni settori all'idrogeno, per un mondo più sostenibile e appunto innovativo".