Le mascherine sparite. Sette milioni e mezzo mai consegnate. Monta lo scandalo, Roma il teatro di un maxi appalto di nove milioni e mezzo di mascherine al costo totale di 35,9 milioni. Undici già versati in anticipo. Finora sono arrivare solo due milioni di mascherine chirurgiche. E le altre? Non si hanno notizie.

Il contratto di fornitura stipulato in tre lotti è stipulato con la Eco Tech, e pienamente in essere. Un altro episodio oscuro in pieno coronavirus. Le mascherine sono destinate alla Regione Lazio, ma a destinazione sono arrivate solo una parte. Gli uffici competenti sono tuttora in attesa di ricevere sette milioni e mezzo dell’accessorio diventato indispensabile. Il documento tecnico dell’Inail sulla rimodulazione delle misure di contenimento del contagio, raccomanda l’utilizzo delle mascherine chirurgiche sui mezzi pubblici per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni.

Indaga la Procura di Roma, che ipotizza "l’inadempimento di contratto sulle pubbliche forniture". Quei sette milioni e mezzo di mascherine mai consegnate dalla Eco Tech srl. Anche l’ultima scadenza concordata dopo rinvii di oltre un mese giovedì non è stata rispettata. La Regione Lazio, in questo caso, è parte lesa, ora pronta a chiedere i risarcimenti. E li pretende. I finanzieri del Nucleo provinciale hanno già acquisito gli atti, su delega del procuratore aggiunto Paolo Ielo. Sufficiente una visita negli uffici del Dipartimento della Protezione civile. Stipulati a metà marzo i contratti in affidamento diretto, come previsto dal regime emergenziale.

Lo scambio di mail e la documentazione a sostegno della propria credibilità da parte dell’azienda, la Eco Tech srl, con base in Cina e sede a Frascati. Ma con capitale sociale di diecimila euro e un assetto societario oggetto di indagine assieme ai suoi vertici aziendali. Echo Tech chi? Prima dell’emergenza produceva lampadine a led. Partner del colosso svizzero Exor che cura la distribuzione internazionale dei prodotti 3M, è titolare di appalti anche in Emilia Romagna e Veneto. "Tutto è avvenuto alla luce del sole", assicura la Regione Lazio, finita nell’occhio del ciclone. In realtà, ha scelto un’offerta che abbinasse costi e tempi con una "penale da 30mila euro al giorno". Ma anche l’accettazione di prezzi da 3,60 euro le Ffp2 e 3,90 le Ffp3. Ma dove, come e perché si è verificato l’inghippo causa dello scandalo che agita e movimenta le parti in causa, in piena epidemia? Innanzitutto la presunta difficoltà di reperire un cargo per il trasporto e, da ultimo, un nuovo dazio diagonale del 6%.

"Adesso basta, alt alle speculazioni, è doveroso prevedere un prezzo massimo per le mascherine", ammonisce il capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli. Il console italiano a Shanghai continua a rassicurare tutti: la merce è già imballata in attesa dell’imbarco. L’informazione si è rivelata però subito fasulla, comunque non veritiera. In una mail inviata alla Regione Lazio, la Eco Tech spiega che "per difficoltà del socio cinese l’adempimento è slittato". In assenza di sbocchi nel giro di giorni, in questo momento non ipotizzabili, la commessa salterà.

Inevitabile la domanda: che fine faranno gli undici milioni versati in anticipo dalla Regione Lazio? E come sarà possibile riparare ad un’eventuale carenza di mascherine? Mancano infatti le Ffp2 e le Ffp3 destinate al personale sanitario e ospedaliero del Lazio, alle forze dell’ordine e alle categorie di lavoratori più a rischio. Nel contempo, lo spazio per la fase 2 comincia a stringersi. Dieci giorni appena al 4 maggio. Sotto questo aspetto, in Regione non c’è preoccupazione. "Siamo coperti per oltre un mese".

La speculazione in atto sul territorio nazionale a fronte del bidone momentaneamente rifilato alla Regione Lazio. La Federfarma ipotizza l’adozione di un prezzo unico nazionale per le mascherine. "Prezzi imposti senza inutili adempimenti burocratici". Per non incappare in multe e sequestri e minacce di astensioni dalla vendita. Le opposizioni al Governo M5S-Pd danno intanto battaglia. Sulla questione Eco Tech-Regione Lazio si sono rivolte alla Corte dei Conti. Dopo una prima disdetta il contratto è stato rinnovato, dietro la sottoscrizione di due polizze da Echo Tech srl con Seguros Dhl-Atlas. Il referente italiano di questa ditta è presente in un’inchiesta sul riciclaggio della mafia romana. Elementare la conclusione: siamo messi proprio bene. Ossia molto male.

di FRANCO ESPOSITO