Italia libera, ma non sono arrivati gli americani come 75 anni fa. È arrivato il Decreto Liberi e Belli del Governo Conte nella data fatidica del 18 maggio 2020. Un faldone con regole, ammonimenti, ripensamenti, allentamenti e condizionamenti. E minacce. Se non vi comportate bene, si torna indietro. Il Coronavirus è con noi e lotta contro di noi. Saremo tutti monitorati, auscultati, fermati e paraponziponzipò. L’eterno Paese di venti stati e staterelli protesta, dissente, contesta e insorge contro il programma "tra il dire e il fare c’è di mezzo il metro" del Governo Conte. Il metro. Quanto vicini, quanto lontani. Un metro per strada, un metro e mezzo in chiesa, due metri al ristorante, tre metri in palestra, quattro metri in spiaggia. È tanto grande la città per due che come noi col metro però si stan cercando (Lucio Battisti). L’Italia a metro come la famosa pizza. Tutti sfatti e insoddisfatti abbattono l’ottimismo governativo (l’Italia s’è desta, del metro di Scipio apparecchia la festa). Le Regioni marciano sulla capitale. Metro o non metro, arriveremo a Roma. È la Babele del cortometraggio. Come massimi esempi, in tempo di Coronavirus, vengono citati il distanziamento tra il pilota tedesco Sebastian Vettel e la Ferrari e il distanziamento dalla Casa Reale d’Inghilterra del principe Harry e Rachel Meghan Markle che ha messo il sederino a Los Angeles, sua città natale. Liberi, ma con cautele obbligatorie. Con guanti, mascherine e fiori di lillà, e tutti che passano qua e là dicono che bella la città. Si può andare a messa ricordando il terzo comandamento del Signore: ricordati di sanificare le feste. Sanificati i negozi e i bar. Si può andare e tornare, incontrare gli amici, perdonare i nemici. I virologi, gli infettivologi, i biochimici e tutti i professori del virus saranno messi in quarantena. Ora tocca agli psicologi che segnalano la sindrome della capanna, la paura di andar fuori dopo esserci abituati a star dentro. Tutti tirano fuori un consiglio dal capello. Il Coronavirus, intanto, è in agguato. Se starnutite, è la fine. Lydia Bourouiba del Massachussets Institute of Technology, esperta di fluidi dinamici, ha calcolato che uno starnuto libera 200 milioni di particelle virali proiettandole a otto metri di distanza, alla velocità di 160 chilometri l’ora. E il Coronavirus viaggia con loro. La valorizzazione del metro da parte del Governo Conte ha avuto un clamoroso successo in libreria. Si segnalano "Tra un metro, tra un anno" di Françoise Sagan, "Va dove ti porta il metro" di Susanna Tamaro, "Di là dal metro e tra gli alberi" di Ernest Hemingway, "Ventimila metri sotto il mare" di Jules Verne. I discografici non sono rimasti a guardare e rilanciano le composizioni aggiornate di Gianni Morandi ("Fatti mandare dalla mamma a prendere il metro") e Gino Paoli ("Il metro in una stanza"). Riproposti nelle sale cinematografiche i film "Ricomincio da tre metri" di Massimo Troisi e "Biancaneve e i sette metri". Salgono le azioni della Metro Goldwyn Mayer.
MIMMO CARRATELLI