Mai come di questi tempi c’è un grande viavai di notizie che interessano l’Uruguay. Dal nuovo consolato a Montevideo fortemente voluto dal sottosegretario agli esteri Ricardo Merlo agli italiani bloccati qui da due mesi e che non riescono a far ritorno nel BelPaese (ma si vocifera che a breve potranno imbarcarsi...speriamo non sia la solita boutade del solito sito Maie..).
Un altro annuncio è arrivato sempre dal sito molto vicino al numero uno del Maie e che ha annunciato - oltre al volo per l'Italia - un avvicendamento alla Cancelleria consolare di Montevideo: la dott.ssa Antonella Vallati sarà sostituita non da un funzionario di ruolo, ma da un diplomatico, Alberto Amadei. Ma il sito di cui sopra (sempre abbastanza prono e attento ai desideri di Merlo) si ‘porta avanti’ e fa intendere che Amadei "sicuramente" aumenterà di categoria. Insomma, diventerà console, laddove però il consolato non c’è più. Un mistero o forse sarebbe meglio dire un bluff...
A proposito della cancelleria consolare così tanto sponsorizzata dal sottosegretario, abbiamo una proposta per lui. Che ha tirato fuori dal cilindro il connazionale Renato Azzoni. Perché non opta per l’acquisto di una struttura che possa appunto ospitare questo ufficio? Qui a Montevideo ci sono tantissimi edifici di grande rappresentanza a prezzi certamente inferiori a quelli per costruirne uno nuovo. E che potrebbero senza problemi alcuno ‘sopperire’ alla mancata edificazione di una nuova area. Ci sarebbero almeno tre buoni motivi per ‘sposare’ questa idea.
Il primo è prettamente economico. Sappiamo tutti che il nuovo consolato verrebbe a costare più di un milione di dollari. Inutile fare i finti tonti, alla fine della fiera, tra una cosa e l’altra, si arriverebbe a spendere il doppio. E in questo momento probabilmente qla nostra Nazione non può permettersi spese troppo elevate, conviene fare come le formichine: risparmiare. Il secondo motivo è invece legato a una questione di opportunità. Come è stato evidenziato sia dalla stampa che dalla politica, Merlo ha quote all’interno di alcune società edili, "di famiglia" ha tenuto a precisare, così come il suo referente in Uruguay è un architetto-costruttore.
In pratica, la soluzione di un acquisto lo escluderebbe da polemiche e sospetti. Insomma, se il sottosegretario reputa propria come una necessità l’apertura di una nuova area consolare, può scegliere per questa alternativa che potrebbe davvero salvare ‘capre e cavoli’ come si suol dire.
C’è di più. Con l’acquisto di una sede si ‘risparmia’ anche dal punto di vista della tempistica: gli italo-uruguaiani potrebbero godere molto prima dei benefici di cui parla Merlo. Dunque, tutti felici. Dal sottosegretario che mette a disposizione quest’area consolare alla comunità che potrebbero usufruire dei servigi decantati da Merlo stesso. Con buona pace dei costruttori edili.