Una sola parola: Vergogna! I destinatari sono la Farnesina - nell’ordine il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo - e l’Ambasciata d'Italia in Uruguay. Gli italiani bloccati all’estero, nella fattispecie in Uruguay, avrebbero meritato più rispetto e il diritto di poter tornare nel BelPaese. Invece da più di due mesi sono letteralmente abbandonati al proprio destino. C’è chi ha problema di soldi, chi di salute, chi di lavoro, per esempio. E quelli che in realtà dovrebbero essere i loro paladini, coloro che dovrebbero rappresentarli e difenderli, sono assenti. Alle tante belle parole del tipo "faremo", "ce ne occuperemo", "sono un nostro pensiero" sono susseguiti fatti praticamente pari a zero.
Ci sono figli e figliastri, altro che uno è uguale a uno come decanta Di Maio, che rimarrà alla storia per le giravolte fatte pur di restare solido a un posto di comando in grado di fargli guadagnare soldi (tanti) pagati anche da quei connazionali che da mesi chiedono aiuto. Probabilmente la loro sfortuna è quella di non essere di Pomigliano d’Arco o magari compagni di scuola di colui che aveva avuto il coraggio di brindare al grido di "abbiamo abolito la povertà" e che aveva in pratica bollato come ipotetici portatori di virus queste persone - gli italiani all'estero - e che dunque dovevano restare bloccati. Siamo ai limiti dell’assurdo, ci sarebbe da ridere, ma la realtà dice che siamo dentro a una tragedia. Non greca, ma sudamericana.
E che dire di Merlo? Beh, chi ci segue sa come la pensiamo sulla sua decisione di affrettare i lavori per questo oramai famoso in tutto il mondo nuovo consolato di Montevideo, (pardon nuova Cancelleria Consolare perché il Consolato è stato abolito anni fa): laddove tutti si conservano i soldi per contrastare comunque i terribili danni economici frutti del Coronavirus, il rappresentante principe del Maie insieme con il suo referente portaborse architetto-costruttore di Montevideo (che ha l'abitudine di non pagare i debiti contratti...) spingono verso questa edificazione che sulla carta costa un milione di euro, ma che sappiamo benissimo aumenterà di prezzo (del doppio se non del triplo). Questi soldi bisognerebbe destinarli appunto a favore del rientro degli italiani bloccati e una volta terminata l’emergenza, che inizino anche questi benedetti lavori. Ma vi sembra possibile che in questo periodo quello della Cancelleria consolare nuova possa essere una priorità?
Ora il ragionamento è alquanto semplice ed entra in gioco, in tandem con Merlo, anche l’ambasciata di Montevideo. Ci sono i soldi per la Cancelleria consolare, evidentemente. Ma mancano i fondi per gli aerei da Montevideo destinazione Italia perché… mancano i soldi. Cosa è successo? Una famiglia italo-uruguaiana ha scritto all’Ambasciata d’Italia in Uruguay chiedendo di venire loro incontro dal punto di vista economico (il costo è di 600 euro a persona), non per una cura ricostituente, ma per tornare in Italia con il volo del 3 giugno (a proposito, ci auguriamo che sia organizzato con il rispetto di tutte le norme di sicurezza, non vogliamo pensare a un carro bestiame con lo spettro della mancanza di distanziamento delle poltrone a bordo). La risposta dell’Ambasciata che trovate in foto è la seguente: "Al momento l’attuale situazione e per questo volo non ci consentono di venire incontro al suo problema economico".
In soldoni, è proprio il caso di dirlo, ragazzi, non c’è una lira. La chiosa della risposta dell’Ambasciata è tutto il contrario, secondo noi, di quello che rappresenta un’istituzione del genere: "Prospettiamo la situazione, ma le suggeriamo di analizzare altre alternative possibili". In pratica, un bel calcio nel didietro della signora: se la veda da sola, grazie. Un riscontro che fa davvero accapponare la pelle. Cari Di Maio, Merlo e Iannuzzi: i soldi ci sono e sono quelli destinati alla Cancelleria. Non credete che sia giunto il momento di far vedere gli attributi e di risolvere questa spinosa situazione? C’è qualcuno in grado di prendere in mano la situazione e rappresentare gli italiani che vi permettono di avere un lauto stipendio? O in Sudamerica ci sono cittadini di serie A e di serie B?
A proposito, secondo il vocabolario Treccani la parola vergogna ha il seguente significato: "Sentimento più o meno profondo di turbamento e di disagio suscitato dalla coscienza o dal timore della riprovazione e della condanna (morale o sociale) di altri per un’azione, un comportamento o una situazione, che siano o possano essere oggetto di un giudizio sfavorevole, di disprezzo o di discredito". In questo momento, è un sostantivo che ci sta tutto. E minacciate anche nuove querele come ha fatto a suo tempo il sottosegretario Merlo, per il titolo "Vergogna!" Non ci spaventate! Sono anni che questo giornale è minacciato: lo sono il suo Editore e Direttore, lo sono gli altri vertici del giornale, lo è tutta la Redazione. E c'è una ragione, precisa, logica, inequivocabile.
Questo giornale, sin dal giorno della sua nascita ha scelto di imboccare la strada scomoda e ardua della libertà, non si è attestato mai su posizioni precostituite, non ha mai voluto praticare la politica di una singola formazione, non ha mai voluto irreggimentarsi negli schieramenti di Destra, di Sinistra, di Centro o di Movimenti vari. Non si è mai prostituito ai potenti. Perché è confezionato da giornalisti veri non dagli adulatori che continuano a riempire note di agenzie con le meraviglie del sottosegretario Merlo ( ieri ha avuto bene 7, dico 7 note con foto.....nemmeno il ministro o il presidente del consiglio ne colleziona altrettante in un giorno...).
Questo giornale ha voluto sempre raccontare i fatti con onestà professionale, e quando, spesso, ha rivolto una critica lo ha fatto tenendo conto degli interessi della collettività degli italiani che vivono all’Estero. Naturalmente questa libertà ha un prezzo: quello di essere boicottati e minacciati da chi tiene a cuore soltanto i propri interessi. Così sta accadendo in questi giorni... Ma non ci fate paura! Continueremo a scrivere la verità... Anche se scomoda.