Una domanda semplice semplice. Ma perché dal 15 giugno chi risiede nell’area Schengen potrà tranquillamente raggiungere le aree delle 26 nazioni europee che vi appartengono mentre chi non ne fa parte dovrà ricorrere alla quarantena? E cioè è giusto che gli italiani iscritti all'Aire e residenti in Uruguay e in altre parti del mondo debbano trascorrere due settimane ‘bloccati’ in un determinato posto invece di muoversi tranquillamente per andare a salutare i genitori o altri parenti? In pratica, uno partirebbe da Montevideo per poi non fare nulla. Ma a che pro? Ci sembra che ci sia qualcosa di anti-costituzionale e ci auguriamo che quanto prima si possa permettere anche a queste persone di ricongiungersi sùbito a un genitore o a un fratello. Ci sembra un diritto giusto in questo momento.
Parliamo di questo argomento perché in redazione arrivano le segnalazioni di alcuni lettori che chiedono parità di trattamento. Molti vorrebbero poter andare in Italia e magari abbracciare un genitore che non sta bene o un parente che magari sta per sposarsi. Ma se bisogna osservare la quarantena, come faccio a muovermi? Cioè, parto, resto bloccato e poi ritorno indietro. Insomma, un bel dilemma. E a noi non resta che chiedere a Ricardo Merlo, sottosegretario agli Esteri (con delega per gli italiani nel mondo) di pensare non solo alla costruzione della nuova area consolare, ma anche ai veri bisogni della gente cui in teoria dovrebbe curare gli interessi. Potrebbe fare il paladino di queste persone che al momento a Roma non sembrano essere molto rappresentate. Finché c’è vita c’è speranza e magari un giorno il sottosegretario batterà un colpo occupandosi delle legittime richieste o domande degli italiani all’estero.
Ma lo sappiamo, ed è meglio dirlo, che Merlo ha anche i i suoi grattacapi per la testa, come appunto quello di edificare una cancelleria consolare a Montevideo. Insomma, mica pizza e fichi. Suvvia, sottosegretario, trovi un po’ del suo prezioso tempo per cercare di portare a Roma i desiderata degli italiani all’estero. Che altro non vorrebbero che ricongiungersi con i propri cari come tutti gli altri. Non è una richiesta tanto assurda e loro si aspettano tanto da chi li deve rappresentare. Lo hanno già chiesto quasi tutti i partiti politici, solo lei e il Maie siete latitanti... Perché è inutile nasconderlo. Gli ultimi tre mesi sono stati i più difficili che ci si potesse immaginare. L’emergenza Coronavirus ha davvero creato problemi di ogni sorta. Ovviamente, non si può che iniziare dalle vittime o dai malati che ha portato in giro per il mondo. E poi problemi di lavoro e quindi economici che non stiamo a raccontare in questo articolo.
Ma non possiamo non sottolineare anche i disagi umani che si sono venuti a creare: il ‘lockdown’ ha creato una sorta di muro che ora poco alla volta si sta sgretolando. Almeno in Europa. Già, perché da oggi l’Italia sarà nuovamente ‘aperta’ Regione per Regione: chi vive in Campania può andare nel Lazio, chi abita in Umbria può raggiungere la Toscana tanto per fare un esempio. E dal 15 giugno appunto anche nel resto dell’area Schengen le misure saranno molto meno restrittive di quelle attuali e dunque nell’area dell’Unione europea sarà più facile muoversi. Ma in Sud-America e nelle altre zone del mondo le cose sembrano essere diverse.