Conte vuol fondare un suo partito? Nei Palazzo romani circola sempre più insistente la voce che il Presidente del Consiglio avrebbe in animo di fondare un suo partito. Ufficialmente, tutti negano questa circostanza, ma, come è noto, "vox populi, vox dei". E allora voci e indiscrezioni animano il Transatlantico che è il corridoio dei passi perduti di Montecitorio. Innanzitutto, perché il premier avrebbe in testa una simile idea? Semplice: non ne può di fare il mediatore, di difendersi dalle accuse dell’opposizione (il che sarebbe normale) ma anche della stessa maggioranza. Un giorno i Grillini, un altro il Pd. Conte non ne può più, ha perso la pazienza. Anche perché Salvini e la Meloni non gli danno tregua. "Deve andare a casa", tuona il leader della Lega. "Si dimetta, così finalmente gli italiani potranno votare ad ottobre".

Vera o falsa questa idea non si sa. Però è certo che i fedelissimi del premier lo scongiurano di lasciar perdere. Mentre altri lo invogliano a giocare la carta vincente approfittando del fatto che Conte ha fatto breccia nel cuore degli italiani. I quali lo considerano un buon primo ministro che ha saputo tirar fuori il Paese da una crisi sanitaria senza precedenti. Un gradimento alto, superiore al quaranta per cento. Ragione per cui i sondaggisti si mettono subito all’opera. Quanto potrebbe guadagnare in percentuale il neo partito? "Un sicuro 14 per cento", sostengono i più accreditati. "È chiaro che stando così le cose varrebbe la pena di tentare", aggiungono, "tanto più che negli altri partiti si litiga e non si riesce a trovare un minimo comune multiplo". "

Per carità", sostiene chi vuole veramente bene a Conte. "Ricordate che cosa successe a Mario Monti?" Un precedente storico che darebbe pienamente ragione a chi sconsiglia il premier di seguire questa strada. Divenne senatore a vita (nominato dall’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano). Prese il posto a Palazzo Chigi del dimissionario Silvio Berlusconi, accerchiato dalle critiche e dalla situazione economica. Gli italiani presero a ben volere "il professor Monti" così pacato e gentile e siccome l’appetito vien mangiando, il neo premier decise di fondare un partito che lo avrebbe aiutato a continuare il suo incarico. Si chiamò "Scelta civica". C’è qualcuno tra gli italiani medi che lo ricorda? Fu un flop colossale e la carriera di Monti finì in fretta.

Forti di questa esperienza gli amici veri di Conte lo sconsigliano, addirittura lo pregano di evitare che altri pericoli si affaccino sulla sua strada. Il fatto è che anche se non lo dimostra, il Presidente è stanco di questi continui attacchi, alcuni dei quali non hanno ragione di esistere. Alla fine di una giornata (o di una nottata) particolarmente dura, si apre con i suoi collaboratori più stretti e forse parla anche di questo nuovo partito che potrebbe farlo uscire dalle sacche di una situazione molto difficile. "La camomilla di Conte non fa più effetto" legge sui giornali. "Siamo stanchi di sentire le sue tante parole che non hanno nessuna concretezza", tuonano le opposizioni di destra. E aggiungono: "Quando arrivano i soldi alle imprese promessi in più occasioni?".

Non è una vita facile quella del Presidente del Consiglio. A volte lo si può comprendere. Ma chi non lo regge più replica: "T’è piaciuta la bicicletta che ti hanno regalato? Allora zitto e pedala".

BRUNO TUCCI