Guardate questa foto: siete voi, sono io, siamo noi tutti nei duri giorni del lockdown. Dopo le tribolate file per entrare al supermercato, eccoci con indosso il kit della sicurezza: i guanti, la mascherina e prima il lavaggio delle mani con il disinfettante, per rimanere nelle fatiche bibliche di questi mesi, dopo gli sguardi attenti e torvi della commessa all’ingresso. Abbiamo sbagliato, miei cari. Anche se ci siamo sforzati nel leggere quotidianamente le indicazioni da seguire e dirci, sto facendo bene, #andratuttobene, ce la faremo. Cento e passa giorni a convincerci, solo così si esce dal tunnel. Ecco, cento giorni di errori, ci dice ora l’Oms: "L’uso di guanti può aumentare il rischio di infezione, dal momento che può portare a una auto-contaminazione o a una trasmissione ad altri quando si toccano le superfici contaminate e quindi il viso. Pertanto, in luoghi pubblici come supermercati, oltre al distanziamento fisico, l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità, ndr) raccomanda l’installazione di dispenser di disinfettante per le mani all’ingresso e all’uscita".
E adesso? Ma ci volevano cento giorni per arrivare a queste conclusioni per il mondo intero? Non si trattava di ragionare sul mistero, sulla decodificazione della stele di Rosetta, che so, sul coronavirus? No, sull’uso dei guanti, sul metterseli o non metterseli, sui comportamenti consoni o non consoni. A quanti di voi non è capitato di toccare il carrello con terrore perché privi di guanti in queste settimane: quanti sensi di colpa, quanti dubbi, quante angosce col pensiero di essere stati untori involontari (anzi, consapevoli) di voi stessi, della vostra famiglia e poi del mondo intero! Quante volte, ditelo, interrogatevi? Quante volte avete messo il guanto e poi ve lo siete sfilato, è caduto, lo avete guardato e poi, in un moto di insofferenza per le strettoie del lockdown siete incappati in un interiorissimo sticazzi che vi ha rovinato la giornata e anche quella dopo. Eh no, però, eh no cara scienza e rappresentanti della scienza. Così mandate al manicomio anche le anime pie.
Prima la mascherina no perché non difende te, ma solo gli altri, poi sì perché improvvisamente difende tutto e tutti, poi sì, ma se la distanza è minore di un metro è quasi assembramento e non ti salvi. Quella chirurgica solo poche ore, quella di cotone di più, e poi quelle più professionali, che prima non c’erano e adesso ci sono, che prima hanno garantito gli speculatori e adesso forse nessuno. Così con i guanti. Ma si può, signori della corte? Negli ultimi tempi in moltissimi supermercati i guanti nemmeno si sono più trovati. Vanno le buste con le mani disegnate, con i commessi a dirti, ripetutamente, alzando gli occhi, se li metta. E la voce dentro il supermercato a ripeterla.
E tu, colpevole, che non li sai indossare, che al primo mazzo di cicoria prendi la cicoria e perdi il guanto e pazientemente lo recuperi ma non sai più se lo hai messo nello stesso verso cosicché il droplet o qual che sia invece te lo ritrovi tutto nelle mani, per cui quando ti togli i guanti pensi di essere vivo e invece sei più vicino alla morte che alla vita. O almeno eri, perché come ha detto l’Oms il gel disinfettante è più che sufficiente. Come a dire, ragazzi, bastava e basta un po’ di buonsenso. Eh sì, cara Oms, cari virologi pontificatori di millenaristici scenari (tra poche ore scocca la data dei 150mila in terapia intensiva) avremmo voluto da voi quel che avete chiesto a noi. Per viverla un po’ meglio, con qualche certezza scientifica. O forse erano meglio i consigli della nonna.
Fabio Luppino