Il Senato della Repubblica ha versato 6 milioni e 423mila euro al gruppo dei senatori M5S. Il versamento è iscritto a bilancio 2019 del Movimento sotto forma di “contributi al gruppo parlamentare”.
Abolito il grosso del finanziamento pubblico ai partiti, resta il contributo che il Senato versa a tutti i partiti in ragione della loro consistenza numerica. M5S è il partito più rappresentato in aula, nonostante le defezioni accumulate nella legislatura (erano 109, sono rimasti 96).
I sei milioni e mezzo sono integrati da un riporto di circa mezzo milione di euro dalla precedente legislatura: le uscite maggiori (3 milioni e mezzo) coprono la spesa per il personale dipendente, il bilancio è in attivo di un paio di milioni.
Un avanzo che dimostra una gestione attenta e oculata: e svela come anche i grillini accedano a una forma di finanziamento pubblico. Il tema è interessante, la rinuncia ai soldi pubblici fa parte della stessa ragione sociale dell’esistenza del Movimento.
Ed è stato rilanciato, inevitabilmente, dallo scoop sul presunto finanziamento da parte del Venezuela di Chavez una decina di anni fa. Fake-news risponde in coro M5S, attacchi strumentali e infondati. Fabio Massimo Cataldo, europarlamentare, dichiara a La Stampa che il Movimento negli ultimi anni si finanzia prevalentemente attraverso micro-donazioni, elargizioni dal basso.