Soap opera Alitalia. O se preferite, questione di gusto, Sequel Alitalia. Superfluo star qui a mettere insieme il riassunto delle puntate precedenti, servirebbe a nulla, e magari solo a ritardare l’effetto eventualmente provocato dalla notizia fresca di stampa. Proprio questa, tout court. La nuova compagnia di bandiera si chiamerà "Tai". Acronimo o sigla, al vostro buon cuore, di "Trasporto Aereo Italiano". Il nome, solo quello, già definito; per il resto la situazione è tuttora in sospeso tra il medio mare e l’alto mare. Ma il Governo è alla ricerca affannosa di scelte condivise per un assetto nuovo e definitivo alla società che riceverà in dote tre miliardi di euro. A fronte di una missione ritenuta da molti impossibile. Innanzitutto alla luce del fatto che la ripartenza deve avvenire nel periodo peggiore nella storia dell’aviazione civile. A memoria d’uomo, un momento così, non lo ricorda nessuno. La new company Tai avrà fino a cinquemila dipendenti. Mentre permangono parapiglia e gran casotto, protagonisti il ministro dello Sviluppo, il Cinque Stelle Stefano Patuanelli, e quello dei Trasporti, Paola De Micheli del Pd. Motivo dell’aspo contendere, la scelta dei nomi dell’amministratore delegato e del presidente della Newco. Chiamatela come preferite, siamo comunque davanti all’ennesima tenzone, che definiremmo querelle in riconoscimento di un certo eufemismo. Intanto, Bruxelles aspetta di capire se ci sia discontinuità tra le due Alitalia. Quella oggi in amministrazione straordinaria e questa eventuale di nuova costituzione. Bruxelles attende che il premier Conte si pronunci, sciolga il rebus dei nomi, e invii nelle prossime ore il piano industriale alla Commissione dell’Unione Europea. L’obiettivo è puntare su una compagnia agile, impegnata sul medio-lungo raggio. Centocinque aerei e il pareggio di bilancio al terzo anno sui cinque del piano. L’handling sarebbe già considerato al di fuori del perimetro Alitalia, nel quale rientrerebbero però le attività di manutenzione. Facendo i conti della serva, 6.800 addetti oggi in cassa integrazione guadagni straordinaria resteranno fuori da Alitalia Tai. La previsione è di avere nei primi due anni del rilancio non più di 5000 dipendenti. In attesa che arrivino i soci privati con supporti indirizzati soprattutto allo sviluppo di rotte di lungo raggio e alla rete. Ma i sindacati come giudicano il progetto Tai, che coinvolgerebbe anche Francesco Caio? Ggil, Cisl e Uil credono nel progetto e premono affinchè si arrivi a un rapido avvio della Newco. Il nodo (o i nodi) sembrano stavolta di natura diversa. Riguardano come detto le nomine dell’amministratore delegato e del presidente della Newco. Il posto di ad è il più ambito. E a sorpresa spunta appunto il nome di Francesco Caio. Accreditate voci di dentro lo danno in competizione con Joerg Eberhart, oggi ad Air Dolomiti e molto vicino a Lufthansa, e Fabio Lazzerini, dirigente Alitalia, che rappresenterebbe la soluzione interna. Ma sullo sfondo si muovono le figure di altri manager. L’ex Fca Alfredo Altivalla e l’attuale advisor Roberto Scaramella, non solo per limitarsi a due citazioni. Mentre per la poltrona di presidente, il nome un po’ sulla bocca di tutti è quello di Roberta Neri, già numero uno di Enav. Tutto ciò aspettando che il ministro dell’Economia firmi il decreto che darà il via alla partenza della nuova compagnia di bandiera. Saranno in questo senso decisive le prossime ore: basterà questo atto ufficiale del ministro Roberto Gualtieri, oppure sarà necessario un ulteriore consiglio dei ministri con il caso Alitalia all’ordine del giorno? Obbligata a non perdere tempo, il ministro Paola De Micheli ha incontrato Aicalf, l’associazione delle compagnie a tariffe basse che operano in Italia. Scopo dell’incontro, tranquillizzare e rassicurare Aicalf: non sono in arrivo norme anti low cost finalizzate a favorire Alitalia. Il ministro ha inoltre assicurato l’impegno del Governo a garantire contratti di lavoro "minimi" in grado di chiudere col passato. L’obiettivo è eliminare una volta per tutte, quindi definitivamente, dumping salariale e salariale e sociale. Dumping salariale, ovvero la definizione della procedura di vendita di un bene o servizio su un mercato estero a un prezzo inferiore rispetto a quello di vendita o produzione dello stesso prodotto di origine. Il fine è la conquista di un nuovo mercato. Il sindacato Uil è dell’avviso che "il Decreto Rilancio va incontro alle richieste del sindacato e contiene questa norma di civiltà ed equità nelle tutele del trasporto aereo". Traduzione definitiva: è una opportunità storica per aprire il rinnovo del contratto di settore. Scopo finale, garantire retribuzioni e tutele condivise. "Il momento è propizio, l’ora finalmente è arrivata". Sereno felice decollo, Tai. Se così sarà, in tempi rapidi e con la benedizione Ue.

FRANCO ESPOSITO