In occasione della giornata dei rifugiati, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è tornato a parlare di un tema a lui molto caro, quello dei migranti. Persone cui il capo dello Stato si è sempre sentito vicino, ancora di più nel corso della pandemia che "aggrava ancor di più la critica condizione di quanti, a causa di conflitti o per la violazione di diritti fondamentali, sono costretti a fuggire dal proprio Paese. L'Italia mostra continuamente e con senso di responsabilità la sua vicinanza a coloro che affrontano tali drammatiche vicende, offrendo accoglienza e protezione". Per la più alta carica dello Stato il fenomeno delle migrazioni conta su un approccio italiano basato su strumenti importanti quali il programma nazionale di reinsediamento e i corridoi umanitari per rifugiati particolarmente vulnerabili, privi della protezione statale del Paese d'origine e colpiti in misura considerevole dalle restrizioni determinate dall'attuale emergenza sanitaria. Fondamentale, per Mattarella, comunque la collaborazione con l’Europa: "La nostra azione di protezione e assistenza nei confronti dei migranti non può deflettere o indebolirsi ma deve, anzi, rafforzarsi, con l'elaborazione di un nuovo corso dell'Unione europea in materia di migrazioni e asilo, nel segno di un più incisivo e condiviso impegno comune". "Rivolgo un sentito ringraziamento alle donne e agli uomini delle Forze dell’ordine e delle amministrazioni dello Stato e a tutti gli operatori che forniscono i servizi necessari a garantire protezione internazionale a chi ne ha diritto - ha poi aggiunto il presidente -. In questo sforzo si contraddistinguono anche le Organizzazioni Internazionali - e specialmente l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati - cui l’Italia assicura il massimo sostegno in coerenza con la propria storica vocazione multilaterale". Intanto Marco Pacciotti, responsabile del dipartimento Immigrazione del Pd, ha chiesto di rivedere i decreti sicurezza: "Il Rapporto 2019 dell'UNHCR registra un incremento di rifugiati nel mondo fino alla cifra impressionante di quasi 80 milioni. Una tendenza a crescere che negli ultimi anni si è confermata. Da anni invece in Italia diminuisce costantemente il numero di persone che arrivano chiedendo protezione. Di fronte a questo popolo in fuga, c’è da chiedersi se sia giustificato l'allarmismo di chi vorrebbe chiudere porti senza toccare i decreti sicurezza, che si sono dimostrati inefficaci e sbagliati nelle motivazioni Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che li generarono".
STEFANO GHIONNI