Archiviati gli Stati Generali dell'Economia, è ora il momento di riprendere il dialogo politico con le opposizioni. Ne è convinto il premier Giuseppe Conte, promotore della convention romana di Villa Pamphilj. Il presidente del Consiglio ha ben chiaro in mente l'obiettivo di voler condividere con il centrodestra (e dunque con tutte le forze che siedono in Parlamento), un piano di rilancio per il Paese "fatto di proposte concrete". Ma per farlo, deve prima obbligatoriamente sedersi al tavolo con Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, i tre leader di Lega, Fratelli d'Italia e FdI che più di tutti, in questa fase turbolenta, hanno preso le distanza dall'azione di governo della maggioranza giallorossa, arrivando finanche a disertare l'appuntamento fortemente voluto dal premier. Questa volta, però, l'invito di Conte non è caduto nel vuoto. E la prossima settimana, come lui stesso ha anticipato, l'atteso "faccia a faccia" con le opposizioni, dovrebbe finalmente andare in porto. Ma "siamo sempre stati disponibili a confrontarci con il Governo", solo che "le nostre proposte sono state rifiutate" ci ha tenuto a spiegare Tajani, vicepresidente del partito di Berlusconi, anticipando la presentazione di "proposte concrete per rilanciare il Paese". "Il M5S governa da anni ma queste riforme non le ha mai messe in campo" ha aggiunto il plenipotenziario del Cav. "Sì, andremo" ha detto Salvini perché "il Paese è fermo e ne ha bisogno". Tuttavia, "il centrodestra è disposto a tornare a quel tavolo, ma per confrontarsi sui fatti. Abbiamo detto no alle passerelle in villa: quelle non ci interessano" ci ha tenuto a spiegare il segretario del Carroccio. "Se si aprirà un dialogo vero a Palazzo Chigi, allora di proposte serie ne porteremo venti. Siamo stati lì già tre volte. La prima a marzo, quando denunciammo i rischi legati al decreto sulla Cassa integrazione. Restammo inascoltati" ha rilanciato l'ex vicepremier. "C'è un Paese fermo. Qui non si tratta di dare spallate, ma di far ripartire l'economia paralizzata dalle divergenze Pd-M5S. E poi, se si può votare senza rischi il 20 settembre per le Regioni, non vedo quale sia il problema per le Politiche" ha concluso.

di STEFANO GHIONNI