Buoni risultati in un gran numero di obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg), come povertà, salute e benessere, progressi moderati e una crescita lenta verso gli obiettivi urgenti da raggiungere. L'Unione europea e le sue politiche a vasto raggio sono state analizzate nel rapporto quinquennale Eurostat presentato nei giorni scorsi dal commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni. I risultati non sono eccellenti e molto resta ancora da fare. Per Eurostat l’UE ha compiuto solo progressi moderati sulla maggior parte degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite ma ha anche fatto dei passi indietro su altri come le disuguaglianze uomo-donna e nessun progresso sull'azione per la lotta ai cambiamenti climatici.
Sul clima sono state prese "iniziative coraggiose, ma le conseguenze delle azioni sono insufficienti", ha detto Gentiloni. "Abbiamo preso le decisioni e assunto gli impegni ma le conseguenze del climate change sono ancora in atto" e serve dunque "un impegno ancora più forte ecco perché il Green deal Ue è più importante che mai", ha aggiunto. Per quanto riguarda il clima, l’Unione Europea vuole essere il primo continente a zero emissioni dal punto di vista climatico entro il 2050. Un obiettivo molto ambizioso che richiede politiche ad hoc e azioni immediate. Ma vediamo qual è la situazione europea a proposito di emissioni. Le emissioni di gas a effetto serra sono diminuite del 20,6% tra il 2003 e il 2018 rispetto al 1990, ma sono diminuite solo del 2,7% tra il 2013 e il 2018, il che è troppo poco per ottenere una riduzione del 40% entro il 2030. L'Unione europea continua a svolgere un ruolo di primo piano, ma i risultati sono insufficienti ", ha affermato il commissario economico.
Le statistiche dovrebbero incoraggiare la Commissione europea a promuovere il Green Deal europeo e ad affinare il suo obiettivo di ridurre le emissioni del 50 o addirittura del 55% entro il 2030. "C'è un grande bisogno di dare priorità al digitale alla sostenibiltà ambientale, questi aspetti devono essere presenti in tutti i piani di Recovery, la consapevolezza dei governi è fortissima, lo è anche in Italia", dice il commissario Ue. "Tra gli indicatori fondamentali per coordinare le politiche economiche dei paesi europei ci saranno anche quelli sullo sviluppo sostenibile, è una cosa importante che apprezzeremo nei prossimi anni - ha aggiunto - la Commissione ha indicato alcune priorità di metodo e di contenuto serviranno investimenti e riforme quando sono necessarie per fare questi investimenti. Secondo Gentiloni la Commissione "è stata molto attiva in termini di misure e iniziative" sul fronte delle misure per la sostenibiltà climatica, ma "le conseguenze di queste azioni sono ancora insufficienti", è necessario un impegno ancora più forte ecco perché il Green deal Ue è più importante che mai", ha concluso.
Mentre sulle differenze uomo-donna "il gap sull'occupazione è stagnante, dobbiamo prestare molta attenzione su questo" aspetto, ha aggiunto. Gli sviluppi positivi di questi anni continuano ad essere oggetto di sfida, ma oggi ci troviamo in una situazione migliore per affrontare questa crisi economica. Il Pil pro capite, ad esempio, è aumentato, mentre è diminuita la disoccupazione negli ultimi cinque anni. La produzione agricola è diventata più sostenibile. I progressi ottenuti, però, rappresentano solo un punto di partenza. Noi valutiamo le proposte degli Stati membri quando vengono formulate nei bilanci, o in futuro nel piano di ripresa. Faremo, quindi, lo stesso con una proposta del genere quando ci sarà presentata". Risponde cosi Gentiloni a una domanda sulla possibilità della riduzione dell'Iva in Italia e su come questa potrebbe essere in linea con indicazione europee.
Nel 2019 la quota di debito pubblico detenuto dai gruppi finanziari residenti è risultata più elevata in Danimarca (74%) seguita da Svezia (73%), Croazia (67%) e Italia (63%). La quota più alta detenuta da non residenti era a Cipro (80%) seguita da Lituania (76%), Lettonia (74%) ed Estonia (70%). In termini generali- secondo Eurostat- il debito pubblico è detenuto principalmente dal settore finanziario residente in oltre la metà degli Stati Ue. Nel frattempo, sempre secondo il rapporto economico sono stati compiuti progressi "forti" per l'obiettivo di "pace, giustizia e istituzioni forti" . Gli obiettivi delle Nazioni Unite sono stati fissati nel 2015 e devono essere raggiunti entro il 2030.
Margareth Porpiglia