Campania: Vincenzo De Luca può decidere l’eventuale chiusura di Mondragone nella morsa di zona rossa senza aspettare decisioni da Roma? Mentre il suo collega lombardo Attilio Fontana continua ad accampare la scusa di avere dovuto aspettare Roma? De Luca peraltro lo aveva già fatto in passato per l’intera regione. Cosa che non ha fatto Fontana, per le (tardive) zone rosse nella propria regione, la Lombardia? Domande conseguenti. Perché Fontana e il suo assessore alla Salute Giulio Gallera pendono sempre dalle labbra del premier Giuseppe Conte? Che ci stanno fare in Regione se non ne conoscono e non ne applicano le leggi esistenti. E gli annessi poteri di loro competenza in fatto di sicurezza sanitaria? Altra domanda: e adesso che l’indice Rt di contagio in Lombardia ha superato di nuovo il valore 1, raddoppiando lo 0,53 del 13 maggio strombazzato come una medaglia al merito dal governatore Attilio Fontana, perché dalla Regione non arrivano dichiarazioni? Ma andiamo per ordine. Vero è che rispetto la lunga ondata di piena dei mesi scorsi, i nuovi casi di Covid-19 e annessi ricoveri in terapia intensiva e morti sono oggi per fortuna finalmente molti ma molti di meno. Però è vero anche che la Lombardia continua a detenere il non invidiabile record dei nuovi casi.
REGIONE PIÙ POPOLATA MA I MORTI SONO TROPPI Con percentuali che si aggirano sempre vicino al 50% del totale nazionale. Certo è anche vero che la Lombardia con i suoi 10 milioni di abitanti è la regione più popolata d’Italia. Ma è anche vero che l’Italia con i suoi 60 milioni di abitanti non ne ha solo il doppio della Lombardia, bensì il sestuplo. Perciò, dato che la matematica non è un’opinione, la Lombardia per non dare nell’occhio di nuovi casi invece del continuo più o meno 50% del totale nazionale dovrebbe averne solo più o meno il 16%. Però non è così. Purtroppo. Poiché non si può trattare di una maledizione o del malocchio, qualche causa deve pur esserci. La prima delle quali è sicuramente, come altrove nel mondo, il fatto che la gente finalmente uscita dal lockdown non rispetta molto le regole delle distanze fisiche in pubblico. E fuori casa purtroppo non rispetta neppure molto l’obbligo di uso della mascherina. Nei locali pubblici magari le regole vengono rispettate, perché le fanno rispettare i titolari, ma fuori sono frequenti i gruppi di persone che, mascherina o no, parlano e gesticolano stando tra loro molto vicine. Specie se si tratta di tifosi del calcio. O di gente che socializza in altri modi, si solito bevendo in compagnia. Nei trasporti pubblici il distanziamento non è rispettato quasi mai. Basta dare un’occhiata alle stazioni ferroviarie, ai treni per pendolari, ai pullman, ai tram e, a Milano, alla metropolitana. Per accedervi si viene filtrati come da regole, ma una volta entrati ci si ammassa sui marciapiedi in attesa dei convogli. Vi si entra come sempre a mo’ di gregge per fare a gara a sedersi. Le distanze nell’occupare i sedili è raro che vengano rispettate. Sui tram i giovani si divertono a far vedere che delle regole se ne fregano e guai a richiamarli al loro rispetto.
PERCHÉ NON USARE I MILITARI? Multe, denunce e sanzioni? Sì, certo, esistono. Sulla carta. Ma chi le appioppa ai menefreghisti? La risposta è sempre che ci sono meno vigili urbani, poliziotti e carabinieri del necessario. Ma allora, perché per appioppare multe e denunce non utilizzare i militari? Ora sono messi in giro a mo’ di belle statuine in assurda tuta mimetica e fuciloni in bella vista. Armi peraltro tanto inutili quanto grave offesa di fatto verso la popolazione. Esibire i fucili equivale infatti a considerarla come un potenziale nemico pericoloso, e questo è inammissibile. Certo, la Lombardia oltre a essere la regione più produttiva d’Italia è – proprio per questo – anche la più inquinata. Perciò i suoi abitanti sono i più esposti al nuovo coronavirus. Ma c’è dell’altro. In Lombardia il senso della tragedia collettiva in atto è stato subito anestetizzato con una serie di iniziative adottate anche dai dirigenti imprenditoriali, politici e amministrativi di fatto negazioniste della realtà. Ma apprezzatissime dai giovani che come sempre e ovunque mordono il freno. Ricordiamone alcune: Bergamo is running. I bergamaschi non mollano mai. Non molliamo. Andrà tutto bene. Milano non si ferma cantata chissà perché in inglese. Aperitivo in piazza, ecc.
PUBBLICITÀ CONTROPRODUCENTE Non parliamo poi della pubblicità che si sono fatti molti personaggi del mondo non solo dello spettacolo con dichiarazioni e iniziative a effetto "col cuore in mano" ma, auto pubblicità a parte, di utilità dubbia. Il tutto seguìto a razzo da video pubblicitari alquanto retorici a lockdown ammorbidito e poi a lockdown finito per vendere di tutto. Con il record della retorica insopportabile realizzato per la nuova Jeep ( Jeep ripartiamo insieme della FCA ex FIAT. A tutto questo in Lombardia bisogna aggiungere l’antagonismo continuamente esibito dalla Regione nei confronti del governo di Conte e il frequente auto lodarsi del governatore Fontana. Il 13 giugno per esempio ha dichiarato a petto in fuori come la sanità lombarda "abbia fatto bene rispetto ad altre regioni. […] questo virus e siamo riusciti a contenerlo talmente bene che oggi siamo tra le 3 o 4 regioni che hanno il migliore indice di diffusione del virus, che è 0,53, rispetto a una media nazionale che è intorno allo 0,70". Affermazione fatta in occasione della presentazione dell’iniziativa Riparti Lombardia. E gli oltre 16 mila morti? E gli oltre 90 mila malati di Covid 19? Ecco la risposta di Fontana in prosecuzione del suo discorsino auto laudatorio: "I dati bisogna leggerli con attenzione, che purtroppo in questi ultimi tempi è venuta un po’ meno. Il dato importante è l’indice di contagio e noi siamo tra le migliori regioni, al pari del Veneto e poco sotto la Valle d’Aosta. Non dobbiamo farci spaventare dai numeri, perché noi siamo 10 milioni e i numeri sono molto diversi". Il che è un po’ come dire che se in una sparatoria tra 10 mila persone a un certo punto ogni sparatore colpisce in media 0,53 persone dopo che ne sono state ammazzate e ferite in totale 106 è andata meglio che nella sparatoria tra mille persone che nello stesso certo punto colpiscono ognuna 0,70 persone, ma con un totale di morti e feriti sensibilmente inferiore. Misteri della logica…
L’ERRORE DI MINIMIZZARE Il problema è che l’insistere a minimizzare tutto fin dall’inizio, incoraggiando così di fatto la gente a sottovalutare i pericoli, ha soprattutto sui giovani, già di per sé propensi a causa dell’età a non rispettare o rispettare poco le restrizioni, un effetto deleterio. In più, gli auto elogi di Fontana e le polemiche contro il "governo di Roma" è inevitabile che abbiano su leghisti e affini un supplemento di effetto anti restrizioni. Tutto ciò può contribuire a spiegare l’anomalia lombarda. Se la Lombardia non cambia registro, e magari anche il vertice installato nel Pirellone, dare sempre la colpa agli altri pur di restare in sella e non pagare il dazio dovuto non eliminerà certo il pericolo di una eventuale nuova ondata di Covid dopo l’estate. Certo, ci saranno comunque molti meno morti tra gli anziani, i vecchi e gli affetti da altre patologie più o meno gravi: per il semplice motivo che ormai ne sono rimasti pochi. La prima ondata ha già spazzato via il grosso.
di PINO NICOTRI