Illustrissimo Signor Presidente Sergio Mattarella, Le chiediamo di intervenire, se possibile in prima persona, per quella che per noi è una vera e propria discriminazione. Non permettere, agli italiani residenti in America (parliamo di chi vive in Florida come me, per esempio) di poter ancora tornare in Italia non è una cosa che noi reputiamo giusta. Si tratta di una disparità di trattamento che non ci meritiamo e siamo certi che con una buona organizzazione questo rientro potrebbe avvenire senza problemi. Ho perso mio padre pochi mesi fa e mia madre è anziana e sola. Non posso andare a trovarla..... assurdo....

Sappiamo bene che negli Usa la situazione non è facile, ma con i dovuti controlli pre e post viaggio il tutto sarebbe di certo controllabile, senza dimenticare l’obbligo della quarantena che attende comunque chi ha la possibilità di arrivare a Roma. Insomma, chi ha preso la briga di ‘tagliarci fuori’ lo ha fatto, secondo noi, senza ragionarci troppo. Ma lo sappiamo purtroppo fin troppo bene, le istituzioni che ci dovrebbero governare non si sono di certo distinte per operatività e decisionismo. Basti pensare, per esempio, a quanto accaduto in Lombardia. Ora è tutto uno scaricabarile, nessuno si assume la responsabilità degli errori che, purtroppo, sono stati commessi.

Ma si sa, in Italia la colpa è sempre di tutti o di nessuno. Non parliamo della Farnesina che davvero ha fatto poco o nulla per gli italiani bloccati all’estero, e che ha cominciato ad attivarsi dopo che l’opinione pubblica ne ha chiesto l’intervento. Come al solito, la sensazione che si ha è che gli italiani all’estero contino davvero poco e non sono per niente rappresentati. La possibilità concessa del voto è stata davvero un contentino cui si potrebbe fare tranquillamente a meno perché sembra essere stata una presa in giro. Senza dimenticare l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (A.I.R.E.) che in teoria costituisce il presupposto per usufruire di una serie di servizi forniti dalle rappresentanze consolari all’estero, nonché per l’esercizio di importanti diritti.

E secondo noi è un diritto sacrosanto quello di essere equiparati a tutti gli italiani residenti all’estero che però possono in questo momento tornare all’interno del BelPaese, vuoi per abbracciare magari un genitore, vuoi per motivi di salute. Un diritto a oggi negato. Insomma, l’A.I.R.E. più che altro serve a qualche impresa che riesce a farsi bella e a guadagnare soldoni con il made in Italy, per il resto si starebbe benissimo anche senza l’iscrizione perché poco o nulla cambia.

Insomma, caro Presidente, Lei è davvero l’unica persona in grado di prendere per mano la situazione e rimettere ordine in questo grande caos di permessi e divieti, di documenti scritti in maniera capestro che altro non fanno se non aumentare gli interrogativi sulle ‘potenzialità’ di chi ci dovrebbe rappresentare. Abbiamo capito che oramai le ambasciate e i consolati lasciano il tempo che trovano e non riescono a far rispettare i diritti degli italiani all’estero. Anche per le sciagurate dichiarazioni dell'attuale ministro degli esteri Luigi Di Maio, per il quale noi siamo gli "untori".... Ci pensi Lei. Per cortesia. Grazie Signor Presidente.

ROBERTO ZANNI