Scalfari ha lanciato l’dea di una sistemazione dei vertici italiani: Prodi al Quirinale, Draghi a Palazzo Chigi e Conte a Bruxelles. Perfetta. Magari. Immediatamente sui social è scattata una certa guerra a Prodi. L’ombra di Bertinotti che voleva “un governo più a sinistra”, ha fatto sfiduciare Prodi (che era capo del governo) e si è ritrovato con Berlusconi a Palazzo Chigi non sfiora nemmeno la testa (segatura?) di questi idioti moderni che girano impunemente sul web.
Prodi, oltre a essere una persona per bene, ha un curriculum che in Italia pochi hanno. Non ha mica fatto il pizzaiolo a Mergellina. Professore di politica industriale a Bologna, è stato chiamato alla cattedra Salvemini di Harvard, due volte presidente del Consiglio, presidente della commissione europea, incaricato dall’Onu per le questioni africane. Certo, capisco che non ha il fascino disorganizzato della Lezzi (e nemmeno quella magnifica chioma).
Purtroppo, benché l’indicazione di Scalfari sia perfetta, temo che non la vedremo e per una ragione molto semplice. A settembre qui in Italia ci sarà una tale crisi economica e una tale confusione che la troika saremo noi a chiamarla, biglietto pagato e con preghiera di fare in fretta. A meno che Conte non capisca che è ora di togliere il disturbo, e se vada, lasciando il posto libero appunto per Prodi, Cottarelli, Monti. Tutti questi personaggi di oggi, i Buffagni e Di Maio, le Lezzi, gli ex magazzinieri diventati ministri, possiamo considerarli in uscita.
Hanno ballato un’estate, hanno fatto disastri oltre il tollerabile. E anche a Grillo consiglierei lunghe vacanze: più che un profeta di novità, come lui crede, è stato un profeta di sventure che questo paese non aveva mai visto. Peggio di un virus. Settembre potrebbe essere la stagione in cui si ricomincia davvero. Con la troika o con gente di comprovata esperienza e solidità. I 5cosi, in questo contesto, possono tornare dalla mamma. E portandosi via Grillo. Arriva la tempesta perfetta.
Giuseppe Turani