I problemi sono così seri e gravi che le forzature partitiche sono controproducenti. Ciò vale sia per la questione delle concessioni autostradali, sia per la dichiarazione sullo stato d’emergenza, sia per la questione degli immigrati contagiati dal virus. Nel passato i Benetton hanno avuto un trattamento eccessivamente di favore prima da parte del Pd, poi anche dal centro-destra. Questo trattamento di favore si è esteso agli altri concessionari. I poteri di controllo del ministero dei Trasporti sono stati pressoché azzerati.
I concessionari hanno fatto quello che hanno voluto con le tariffe, con gli investimenti, perfino con le manutenzioni. I loro profitti sono stati nettamente superiori a quelli medi delle industrie manifatturiere. Se con tutti questi privilegi crollo un ponte del quale un concessionario ha la totale disponibilità e la magistratura sta tardando molto a pronunciarsi la misura è colma. Per di più a garanzia di tutta questa situazione sono state approvate clausole vessatorie in caso di revoca. Ora, Benetton non può continuare ad avere una posizione di potere determinante che può essere assicurata anche dando al di sotto del 51%. In materia non valgono le scelte ideologiche: un conto è essere favorevoli alle imprese private, un altro conto è consentire ad alcuni privati di sfruttare in modo eccessivo il monopolio privato.
Il ministro Speranza ha tutte le ragioni quando alza i filtri rispetto ad alcune nazioni. Non capiamo perché fra quei tredici paesi bloccati non ci sono gli Stati Uniti. Speranza ha anche ragione quando chiede il prolungamento della dichiarazione d’emergenza, perché purtroppo il mondo è ancora in pieno contagio.
Certamente non solo il provvedimento sull’emergenza e sulla sua durata va preso dal parlamento, ma comunque il governo deve smetterla con i DPCM e procedere per decreto tranne in situazioni assolutamente straordinarie. Non bisogna però dimenticare che il contagio non è affatto finito nel mondo con possibili conseguenze per l’Italia nel caso in cui si alzi la guardia. Di conseguenza la presidente Santelli ha delle ragioni sacrosante.
Per altro verso però agli austriaci, agli olandesi e ai sovranisti europei amici di Salvini va posto con forza il problema del superamento del patto di Dublino a parte l’uso di navi per le quarantene. L’Italia infatti non regge una situazione nella quale sia l’unica a dover fronteggiare la figura doppia dell’immigrato contagiato. Purtroppo la situazione nel mondo è molto difficile, lasciamo a Bolsonaro e a Trump la folle valutazione secondo la quale il contagio sarebbe finito, ma nello stesso tempo dobbiamo mantenere alta la guardia su tutto.
Fabrizio Cicchitto