Sentite questa, è davvero come dire? Clamorosa, d’accordo, vergognosa pure, una roba parto di perfetti incoscienti? Di tutto di più, mentre si discute se e come allungare l’emergenza sanitaria. Definitelo come preferite, chiamatelo con l’espressione più acconcia, affibbiategli l’aggettivo più appropriato, lo squallido episodio fornisce uno spaccato di quello che è il comportamento di una fetta di italiani nel momento in cui montano nuove minacce in materia di contagio. Ma soprattutto, lo sconcertante episodio, rappresenta una chiara violazione delle norme di legge. Il problema non è se prolungare o meno l’emergenza, la vera esigenza è la necessità di far rispettare le regole. Lo sbracamento è evidente su tutta la linea, e non riguarda solo i giovani e la movida.
Vengo al sodo. La musica a tutto volume, nella notte tra sabato e domenica, dal giardino di un complesso residenziale nei pressi del piccolo centro di Porto Ercole, in Toscana. Una località di notevole pregio turistico e paesaggistico. Richiamati da centinaia di telefonate di cittadini infastiditi dall’assordante rumore, alle due di notte sono arrivati i carabinieri dal posto fisso locale e dalla stazione di Porto Santo Stefano.
Costretti, gli uomini della Benemerita, a chiamare rinforzi, hanno trovato una discoteca a cielo aperto. Proprio così, una discoteca, privata e non autorizzata. Come se non bastasse la scandalosa installazione abusiva, mescita di alcol senza limiti e 350 (sì, trecentocinquanta) giovani che ballavano impegnati in balli sfrenati. Facevano festa in barba alle restrizioni su distanziamento e assembramenti imposti dal- la Decreto presidente del Consiglio anti coronavirus. I rinforzi sono arrivati da Albinia e Capalbio, i centri vicini in Maremma. La Guardia di Finanza ha inviato una pattuglia. Una babele pazzesca, con accenni qua e là di rivolta da parte dei ribaldi infastiditi nel loro disgustoso raduno. Sia chiaro, atti osceni nessuno, solo l’aperta arrogante violazione del- le norme. La denuncia è scattata immediatamente a carico dei proprietari e organizzatori della festa abusiva, contro legge. Il padre di sessantatre anni e il figlio di diciotto. Denunciati per "intrattenimento pubblico senza licenza, apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo, disturbo della quiete pubblica, violazione del divieto di assembramento".
Palese, evidente, provato, il dispregio delle norme di legge. Nel giorno in cui, in Toscana, si è registrato un solo positivo e nessun decesso. Sempre nella zona, nel corso della notte, sono stati denunciati sei giovani, di cui quattro minorenni, che hanno preso parte a una rissa per futili motivi, all’ingresso della stessa villa. I quattro si erano allontanati lasciando sul posto un ragazzino ferito, medicato con prognosi di trenta giorni. Furibondi al limite dell’esplosione, i residenti ritengono gli episodi come diretta conseguenza del forte afflusso di turisti all’Argentario. Soprattutto in ragione del comportamento che essi scelgono di avere, con arroganza sinonimo di diritto all’impunità, durante la permanenza nei posti. "Vengono soprattutto da Roma. Fanno quello che gli pare, violano le regole, ci portano il virus". Una denuncia chiara, forte, che preoccupa e allarma.
Il rav senza distanziamenti al Giardino Corsini di Porto Ercole è stato abusivamente organizzato per festeggiare i diciotto anni del rampollo di Casa Corsini. Trecentocinquanta ragazzi provenienti la maggior parte dal Lazio hanno avuto l’accesso dietro pagamento del biglietto d’ingresso. Due le categorie di prezzo, dieci e quindici euro. Convocato un dj di Roma. Ma oltre agli invitati centinaia di giovani si sono presentati all’ingresso, pretendendo di entrare senza essere possessori del biglietto. I carabinieri che hanno spento la musica mai avrebbero pensato di dover operare in tenuta antisommossa. Sei pattuglie all’opera.
Pesante il bilancio della notte di pesante follia. Oltre ai sette giovanissimi, quasi tutti minorenni, denunciati per rissa, due ragazzi sono finiti all’ospedale. Chi aveva pagato il biglietto per entrare non accettava di interrompere la notte di festa.
Il marchese Corsini, sessantatre anni, proprietario dei Giardini, otto meravigliosi orti bootanici, era negli Stati Uniti quando i carabinieri hanno fatto irruzione nella villa. "Il loro comportamento è stato esemplare", ha scritto in un messaggio inviato ad alcune chat di gruppo. "I carabinieri hanno consigliato come disinnescare la situazione. Mi sento in imbarazzo per l’accaduto. Un incubo, per me. E mi scuso per il disturbo alla quiete di tutti voi, di cui ho il massimo rispetto. Mi dispiace veramente tanto e prometto, mai più". L’episodio che si è verificato all’Argentario è il più caldo della lotta al contagio nel fine settimana in Toscana. Un solo positivo e nessun decesso.
Franco Esposito