Contagiati dai soldi del Covid-19. Beneficiari, per via indiretta, del virus che semina contagi e morti. I clan si sono messi in tasca i fondi Covid. Li hanno ottenuti con due ingegnosi marchingegni truffaldini. Fatture false e riciclaggio con la Cina. Sessantamila euro di contributi a fondo perduto sono finiti nelle mani delle cosche. La truffa resa possibile dall’istituzione e presenza di società di comodo e prestanome. L’inchiesta della Dda di Milano ha portato all’arresto di otto persone. Un meccanismo dal semplice funzionamento, L’imprenditore camorrista della cosca Greco di San Mauro Marchesato, Crotone, era a capo del reticolato di scatole vuote e usava prestanome per gli incontri con i funzionari di banca. Telefonava ai direttori, cercando di velocizzare pratiche bloccate.
Al telefono di una filiale, lui controllato, ricorreva a questa tecnica: "Avevamo fatto una richiesta di documentazione, abbiamo mandato la richiesta di bilanci, e da allora non abbiamo saputo più nulla. Sappiamo che abbiamo il conto scoperto, volevamo anche metterlo a posto, però se non parliamo…non riusciamo a capire come muoverci…". I finanzieri del Gico della Guardia di Finanza di Milano hanno quantificato in 60mila euro i contributi a fondo perduto incassati da tre banche. Laddove l’organizzazione aveva altre pratiche aperte per oltre 250mila euro di prestiti agevolati, sempre per l’emergenza. "Abbiamo fatto la richiesta per fare quella cosa lì…dei 150mila euro no? Mi hanno mandato quella per i 25mila…".
Non si trattava solo di un complicato sistema di società cartiere, fatture false e riciclaggio di denaro fra l’Europa e la Cina. I clan della ‘ndrangheta puntavano anche ai fondi stanziati dal Governo per l’emergenza Covid-19. Quattro arrestati degli otto sono attualmente ai domiciliari. Francesco Maida utilizzava le sue aziende anche per ottenere fondi pubblici. È quanto emerge nell’inchiesta del capo della Dda Milano, Alessandra Bucci, e della pm Bruna Albertini. L’indagine ha ricostruito l’attività, minima praticamente risibile, di commercializzazione dell’acciaio posta in essere da Francesco Maida e dall’altro imprenditore arrestato Luciano Mercuri. La modesta attività nascondeva in realtà un sistema di compensazione di crediti d’imposta, simulazione di acquisti merci, finte vendite di materiale all’estero, truffe agli istituti di credito, drenaggio di denaro all’estero.
"Una serie indeterminata di reati", ha scritto la gip Alessandra Simion, che ha convalidato un sequestro di sette milioni e mezzo di euro. Secondo i pentiti, Maida e Giuseppe Arcuri, anche lui arrestato, "la ‘ndrina distaccata di Monza-Sesto San Giovanni ha esteso poi la propria operatività anche in Belgio, Croazia, Francia, Serbia, Cina. E soprattutto in Bulgaria, la sponda strategica per lo schema di frode in materia di Iva". Le intercettazioni hanno registrato significativi passaggi che hanno trasformato il disagio per il Covid-19 in occasione per procurarsi indebita illegale ricchezza per questi delinquenti pronti ad approfittare della situazione. I giorni del coronavirus in Italia trasformati in momenti da sfruttare per l’arricchimento personale. Maida invita a cena Mercuri nel suo lussuoso appartamento di Citylife. Con loro, Luigi figlio del boss Lino Greco. È l’occasione anche per discutere e pianificare alcune scelte politiche.
Ha scritto il gip Alessandra Simion: "Luigi Greco incaricava Maida e Arcuri di sostenere la candidatura di Tranquillo Paradiso, per le elezioni regionali in Lombardia nella Lista Lavoro e Libertà 31, Tramonti "su cui fa convergere i voti dei calabresi". Sono emersi i legami con il clan dei Grandi Arachi di Cutro, Crotone, potentissimo, radicato in Romagna e in Lombardia. E in Emilia anche i rapporti finanziari con la Chinatown milanese. Dove è stato arrestato Sang You Zhang. Il terminale della comunità cinese. Il pentito di Lametia Terme, Gennaro Pulice, ha raccontato che Maida e Mercuri "riciclavano denaro nero proveniente da Chinatown. Grazie e queste transazioni con l’acciaio i due filibustieri facevano pervenire su conti cinesi in Cina. Le società bulgare venivano utilizzate per i versamenti e sui contanti versati dal cinese. Ma sugli importi dell’intenso traffico, la triangolazione Italia-Londra-Cina. Ma con quali vantaggi per gli imprenditori ‘ndranghetisti Maida e Mercuri? Il quattro per cento al momento della consegna. Un business da 60mila euro, per il momento.
Franco Esposito