Molti ritengono che la stagione di Giuseppe Conte sia al tramonto, ma il futuro è incerto. La confusione è grande tra le forze politiche e non. Il premier si ritiene al sicuro, ma lo fa solo pubblicamente. In cuor suo sa che le acque sono agitate. E non c’è più da fidarsi di nessuno. L’unica certezza che ha è quella che dopo di lui non c’è uno straccio di maggioranza pronta a prendersi Palazzo Chigi. Non solo. Anche il Quirinale non è disposto ad accettare una crisi al buio. E quindi sostiene che dopo questo esecutivo non può esserci che il ritorno alle elezioni. Ed ecco allora riaffiorare l’ottimismo del presidente del Consiglio. Il motivo è nel "no secco" dei Grillini, la maggior parte dei quali, in caso di elezioni, rivedrebbe aperta la strada di casa. Dunque, meglio non rischiare ed andare avanti, sia pure se a tentoni. E senza il minino di un programma che possa rendere felice il nostro Paese.

È tempo di inciuci quindi. Si va alla disperata ricerca di un accordo che possa far saltare Conte da Palazzo Chigi. Accadono cose che non sarebbero mai state ipotizzate da nessuno fino a qualche mese fa. Un esempio? A favore di Berlusconi (per un suo rientro in un governissimo) si schiera addirittura Carlo De Benedetti (padrone di Repubblica per un tempo infinito). Dice sì al ritorno del Cavaliere pur di far fuori il premier ed accettare i soldi dell’Europa. Ricordiamo che fu proprio Berlusconi a "portargli via" la Mondadori. A questa improvvisa ed inaspettata presa di posizione non crede una gran parte degli esponenti dell’opposizione: "De Benedetti si pronuncia così per sputare sulla destra" (sic). Però, ci sono i fatti a confermare una simile ipotesi. Il Pd non si pronuncia, ma nemmeno si oppone in maniera chiara. Renzi sogna un ritorno al passato e ricorda con nostalgia il patto del Nazareno. I Grillini respingono con forza un inguacchio del genere.

Ma intanto Di Maio vede alla Farnesina Gianni Letta che è come dire parlare con il Cavaliere. Non solo, incontra pure Mario Draghi che molti danno come probabile successore di Conte alla guida di Palazzo Chigi. Nuovo esecutivo appoggiato da chi, se non da Giuseppe Conte un governissimo? Rimane però l’assoluta diffidenza dei 5Stelle per Berlusconi e la certa contrarietà di Forza Italia per i Grillini. Ma come si sa in politica l’arte del compromesso è di casa. E non c’è niente da escludere quando si vuole mantenere il potere (che stanca, diceva Giulio Andreotti solo chi non ce l’ha). Siamo dunque al tramonto di una stagione? Non daremmo questa ipotesi per scontata. Primo, perché Conte si è dimostrato bravissimo nell’arte della conciliazione. Secondo, perché i dubbi e le perplessità di cambiare alla vigilia (settembre) di elezioni importanti sono tanti.

In questa situazione non rimane che la corsa alla poltrona. I 5Stelle si infuriano perché all’Agcom (l’autorità per le garanzie alle comunicazioni) va una persona gradita a Forza Italia. Mentre il Pd accetta pur di ottenere qualche altra poltrona. Però, i Grillini non dicono che hanno ottenuto l’Invitalia, la Consip, Equitalia, l’Anas e la rete ferroviaria. Domanda della gente che segue attonita le vicende politiche: si può andare avanti così?

BRUNO TUCCI