Se un alieno capitasse per caso in Italia, probabilmente penserebbe di essere finito in una gabbia di matti. Raramente è capitato un così numeroso sovrapporsi di decisioni contraddittorie e non decisioni altrettanto inconciliabili. La ridicola sceneggiata sul Mes, i 37 miliardi europei a costo quasi zero per rimettere in piedi il nostro sistema sanitario, è di certo il modello più chiaro di questi tempi folli che viviamo. Non va utilizzato, dicono coloro che vi si oppongono, perché piuttosto che inginocchiarci a Bruxelles possiamo benissimo fare da soli.
Come? Emettendo titoli del debito pubblico che ci costano molto di più. Insomma, meglio chiedere soldi ai mercati finanziari, pagare interessi più salati e avere come creditore non un fondo europeo - di cui l’Italia è pur sempre il terzo investitore - ma qualche oscuro fondo speculativo basato chissà dove. Da qualsiasi altra parte ci sarebbe materia per portare siffatti statisti davanti a un’Alta corte. Da noi passano per eroi di un patriottismo che ha dimenticato finanche il nome della Patria che vorrebbe difendere. Meriterebbero almeno la Corte dei Conti.
Sono solo una corte dei miracoli. Ora, gli stessi che dicono no al Mes stanno facendo il diavolo a quattro per la storia dei vitalizi agli ex parlamentari. Una crociata per risparmiare 56 milioni l’anno. Meglio di niente, direte voi. Sì, se non fosse che non accedere al Mes ci costa 500 milioni in più d’interessi l’anno. Dite voi: in quale Nazione la scelta di pagare 500 milioni aggiuntivi, ma contemporaneamente fare la guerra a 2.700 anziani per risparmiarne 56, è considerata una medaglia al valore da appuntarsi al petto, e non invece una sesquipedale fregnaccia da punire al più presto con la rimozione dal posto di governo che si occupa? Il Tso ci vorrebbe. E fosse solo questo. Stiamo facendo carrettate di debiti e siamo costretti a sperare col cappello in mano che la Merkel convinca i riottosi alleati europei a sganciare un po’ di soldi, eppure abbiamo decine e decine di miliardi fermi che ci ostiniamo a non spendere.
Compresi 27 miliardi di fondi Ue per il nostro Sud che giacciono inutilizzati da sette (sette!) anni. Cos’è, un quiz per verificare lo stato d’infermità mentale del candidato? Il Pd aveva dato vita al Governo con M5S per eleggere il prossimo presidente della Repubblica. Ma se non riescono ad accordarsi neanche sui governatori nelle Regioni, come faranno a trovare un candidato comune per il Colle? Alle camicie di forza l’ardua sentenza. "Siamo più uniti che mai", hanno urlato l’altro giorno in piazza i tre moschettieri del centrodestra: peccato che se fossero al governo, Salvini, Meloni e Berlusconi sugli aiuti europei si spaccherebbero e resterebbero paralizzati esattamente come l’attuale maggioranza giallorossa.
Fratelli coltelli. "Ci battiamo perché al più presto si rivedano i decreti sicurezza". Correva il giorno 17 novembre dell’anno 2019. Così parlava Zingaretti. Poveraccio il segretario Pd: ancora si batte. Non si è capito bene se il petto o i maroni stile Tafazzi. Lo stesso Zingaretti aveva definito Conte "un punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste". Se potesse, oggi lo sostituirebbe in volata. Un punto fortissimo. Dietro la testa. Si potrebbe continuare a lungo. E in fondo potremmo anche riderne un po’ se di mezzo non ci fossero il futuro nostro e dei nostri figli. Così, in quest’Italia sottosopra che pare il set di "Otto e mezzo", con i clown che ballano e le luci che sfumano, c’è da scommettere che il nostro marziano non avrebbe dubbi: convinto di essere lui capitato tra i marziani, scapperebbe a gambe levate.
VINCENZO NARDIELLO