''Quella di Roma dedicata a Raffaello è una mostra bellissima, ma non dice nulla che non si sapesse già. La nostra è originale e innovativa, è un racconto nuovo che si estende oltre la pittura e ricostruisce una personalità centrale del Rinascimento italiano e europeo''. Vittorio Sgarbi, con la sua solita verve, accende abilmente l'attenzione sull'appuntamento che Urbino dedica fino al 1 novembre a Baldassarre Castiglione e al suo celebre ''Libro del Cortegiano'', vangelo per il perfetto gentiluomo e chiave di accesso per capire i luoghi del potere e l'alta società nell'Italia e nell'Europa del primo Cinquecento.
Il personaggio, mantovano di nascita, giunse nel centro marchigiano nel 1504. Amico strettissimo di Raffaello, nel Palazzo Ducale voluto da Federico da Montefeltro, "il più bello che si ritrovi in tutta Italia", abbozzò il trattato sulla vita di corte, seguito da un lungo lavoro di riscrittura e integrazioni dopo il trasferimento a Roma come ambasciatore dei Gonzaga e concluso con la pubblicazione nel 1528, un anno prima della sua morte a Toledo. Il suo nome e quello del sommo pittore urbinate si intrecciano anche nel titolo della mostra, tra i volti e i momenti di quella vita di corte che Sgarbi ha ricostruito curandone il racconto raccolto e raffinato insieme con Elisabetta Soletti.
"Furono protagonisti di un momento unico che fece la fortuna dell'Italia - spiega la storica della lingua italiana -. Il mito del Rinascimento nasce a Urbino e si deve a loro". Nelle Sale del Castellare passioni, amicizie e rapporti di Baldassarre Castiglione con artisti, sovrani, letterari, aristocratici, papi e prelati, scorrono accanto a opere pittoriche di altissimo pregio, come i due grandi Tiziano che ritraggono Giulio Romano e il Patriarca di Aquileia Giovanni Romani, e a una selezione di oggetti, gioielli, frammenti archeologici, vasi, specchi, bronzetti, cammei e medaglie per testimoniare la sua passione per il collezionismo, assai diffusa tra nobili e aristocratici, e il gusto antiquariale dell'epoca.
''Castiglione era il cronista di un tempo che senza di lui non conosceremmo - ha detto Sgarbi, prosindaco di Urbino dopo essere stato per anni assessore alla cultura -. Ha scritto il libro più straordinario sul Rinascimento che fu giudicato da Gramsci più importante dell'Orlando Furioso, perché come Il Principe di Machiavelli racconta temi, ritmi, tempi, il teatro, la letteratura, la musica, la pittura di un epoca''. La mostra, organizzata superando mille difficoltà create dal Covid, sconta il fatto che molte opere sono a Roma per la rassegna di maggior rilievo tra le celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte di Raffaello. Elisabetta Soletti osserva che Il Cortegiano mette in risalto alcune caratteristiche fondamentali suggerite da Baldassarre Castiglione, come l'esercizio delle armi, descritto dalle armature, e la perfetta eleganza di un gentiluomo soprattutto nel vestire. L'abbigliamento - suggerito il nero ma 'sopra l'arme' colori aperti e allegri - nella vita di corte doveva confermare la gerarchia dei rapporti sociali.
Nella sala dei manoscritti e delle antiche edizioni di classici greci e latini della biblioteca di Castiglione che contava più di duecento volumi, spiccano il manoscritto originale del Cortegiano e una copia straordinaria - realizzata in soli due mesi dal pittore Lino Frongia - del magnifico ritratto di Baldassarre, ora tra i capolavori esposti alle Scuderie del Quirinale. Non solo per il libro, bestseller per tutto il Cinquecento con 70 edizioni, tradotto nelle principali lingue europee con una fortuna durata fino al 1700, Baldassarre Castiglione meritò la fama. Letterato e intellettuale, fu vicino a regnanti e papi, diplomatico e politico.
Il suo epistolario prezioso ha permesso di ricostruire la sua intera vicenda, accanto alle figure di Guidobaldo da Montefeltro, Duca di Urbino, di Leone X, dei Medici, degli Sforza, dei Gonzaga e di Isabella d'Este "prima donna del mondo", dell'Imperatore Carlo V e di artisti - Raffaello innanzitutto, ma anche Leonardo, Tiziano, Giulio Romano - , di intellettuali come Pietro Bembo e studiosi come Luca Pacioli, amico di Piero della Francesca e teorico della geometria. "A Baldassarre Castiglione e a Raffaello - conclude Elisabetta Soletti - si deve l'affermazione del primato culturale del Rinascimento italiano in tutta Europa. Vissero un periodo d'oro che durò meno di venti anni, dall'arrivo del grande umanista a Urbino, alla morte del pittore a Roma nel 1520, a quella di Papa Leone X l'anno successivo''.