La pandemia sanitaria contribuisce ad aumentare il numero globale di poveri. Le organizzazioni internazionali richiamano l’attenzione su politiche internazionali, concrete e visibili, per arginare il fenomeno, contribuendo in un clima di effettiva eguaglianza al miglioramento della vita.
Un reddito di base temporaneo per i 2,7 miliardi di persone più povere del mondo in 132 Paesi in via di sviluppo potrebbe aiutare a rallentare la diffusione del Coronavirus consentendo loro di rimanere a casa, secondo un rapporto del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp), recentemente pubblicato.
La carta vincente, secondo l’Onu, è quella di implementare lo Smart working e sostenere le popolazioni emarginate e più colpite dalla crisi sanitaria. L’Onu ha avvertito che il mix che stiamo vivendo tra la pandemia e recessione economica globale potrebbe innescare un aumento della povertà in tutto il mondo, superando le percentuali registrate per la prima volta nel 1990 e spingere 265 milioni di persone sull’orlo della fame. Il gruppo di Stati, riuniti nelle 20 maggiori economie del mondo, ha concordato, nel mese di aprile 2020, una sospensione dei pagamenti dei debiti da estendere fino alle fine dell’anno 2020. Tuttavia, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha chiesto che la riduzione del debito sia offerta a tutti i Paesi in via di sviluppo e a medio reddito.
L’iniziativa di sospensione dei pagamenti del debito del G20 si è rivelata difficile da attuare, con solo 42 su 73 Paesi ammissibili che hanno manifestato interesse, risparmiando con- cretamente solo 5,3 miliardi di dollari in pagamenti di servizi invece dei 12 miliardi di dollari inizialmente promessi. Secondo la comunità internazionale e le organizzazioni onusiane si deve far di più. Il recente rapporto "Temporary Basic Income: Protecting Poor and Vulnerable People in Developing Countries" dell’United Nations development programme (Undp), riporta: "L’introduzione immediata di un reddito di base temporaneo per le persone più povere del mondo potrebbe rallentare l’attuale impennata del Coronavirus e consentire a quasi tre miliardi di persone di restare a casa".
In un comunicato che accompagna il rapporto, l’Undp evidenzia che sono tante le problematiche globali e sociali, un enorme numero di persone non coperte dai programmi di assicurazione sociale "sono lavoratori informali, lavoratori a basso reddito, donne e giovani, rifugiati e migranti e persone con disabilità, e sono i più colpiti da questa crisi".
L’Undp ha fatto alcune valutazioni sugli effetti socio-economici del Conavirus in più di 60 Paesi dall’inizio della pandemia, con dati che confermano che i lavoratori che non hanno benefici, non hanno altra scelta che avventurarsi in giro per il mondo, mettendo a rischio se stessi e le loro famiglie.
Un reddito di base temporaneo fornirebbe loro i mezzi per acquistare cibo e pagare le spese sanitarie e scolastiche.
Una mossa fiscale realistica per numerosi anali- sti economici: un reddito di base temporaneo di 6 mesi, ad esempio, richiederebbe solo il 12 per cento
della risposta finanziaria totale per il Coronavirus prevista nel 2020, che è l’equivalente di "solo un terzo di quel che devono i Paesi in via di sviluppo per i pagamenti del debito estero fino al 2020". Un tale passo aprirebbe la strada verso un reddito di base universale, garantendo il diritto alla sopravvivenza, almeno in periodi eccezionali, caratterizzati dalla tragedia sociale e sanitaria.
Il segretario generale del- le Nazioni Unite Antonio Guterres, in occasione del compleanno dell’ex presidente del Sudafrica, Nelson Mandela, ha tenuto un importante discorso per sollecitare i leader della comunità mondiale a pensare alla pandemia come un’occasione per porre fine alle disuguaglianze e scrivere un nuovo contratto sociale, volto a costruire una società più equa e giusta per una nuova era. Intere regioni che stavano compiendo progressi nello sradicamento della povertà e nella riduzione della disuguaglianza sono arretrate di anni, nel giro di pochi mesi. Il virus rappresenta il rischio maggiore per i più vulnerabili: coloro che vivono in con- dizioni di povertà, anziani e persone con disabilità. In alcuni Paesi, le disuguaglianze sanitarie sono amplificate e alcuni individui stanno accumulando preziose attrezzature che sono necessarie per tutti i cittadini.
La missione e la prospettive sociali delle Nazioni Unite è che il cibo, l’assistenza sanitaria, l’acqua e i servizi igienico-sanitari, l’istruzione, il lavoro dignitoso e la sicurezza sociale non siano soltanto servizi in vendita sul mercato globale e inaccessibili per coloro che non possono permetterseli, ma diritti umani fondamentali di ogni singolo individuo di questo pianeta.
Domenico Letizia