La donna avvolta dalle fiamme grida, si contorce, brucia, rimane lì, tra i sussulti del corpo morente e l’indifferenza all’intorno più insidiosa del male stesso che ha indotto quella donna a farla finita. Quel fagotto in fiamme non induce alla pietà figuriamoci all’attenzione, non scatena l’azione immediata per No, quell’essere umano arreso e inginocchiato alla propria deriva, non suscita compassione, ma fascinazione del male, chi osserva rimane in seconda fila, mimetizzato dalla propria inumanità.

Quella morte sta già a tragedia che dovrebbe coinvolgere ognuno e ciascuno, invece oltre all’inaccettabilità vile di chi non corre ad aiutare, a tentare di salvare una persona seriamente in difficoltà, s’aggiunge l’umiliazione e la freddezza del distacco per quanto sta accadendo sotto il proprio naso, ma stavolta non è replica del solito non vogliamo proprio vedere, stavolta è assai peggio, vogliamo assistere allo spettacolo, non intendiamo rischiare di perderci il più miserevole dei fotogrammi, quindi ecco i telefonini subito piazzati per ricercare super inquadrature a doppia mandata. Non so a voi che effetto provoca leggere questo tipo di accadimenti, perché sul serio non lascia soltanto esterrefatti, non è sufficiente fare spallucce, cambiare direzione alla nostra coscienza, a creare una torsione dolorosa c’è il colpo allo stomaco, al basso della colonna vertebrale, come uno schianto della ragione che provoca lacerazioni sanguinanti.

La donna brucia, un passante in auto rompe l’anello dell’omertosa indifferenza, si fa avanti, tenta l’impossibile, spegne le fiamme, aspetta un respiro che non ci sarà. La donna è morta, troppo tardi. Alle sue spalle, poco più in là, la platea degli scrutatori a distanza continua a riprendere con il cellulare, morbosamente, registra il video e lo salva nella propria messaggistica istantanea, così ci sarà materiale da scambiarsi per passare qualche momento di relax in questa torrida estate. Qualcuno c'insegna che esser indifferenti è un comportamento dei più aggressivi e dolorosi che si possano assumere, ciò significa che mettiamo in soffitta ogni nostro sentimento verso qualcuno, al punto che per noi quel qualcuno neppure esiste più.

Forse siamo diventati per davvero un Paese di leoni da tastiera, coraggiosi e sempre pronti a giustiziare chi sbaglia, chi commette errori, chi va in galera, chi trasgredisce le regole, chi ruba e chi fa il furbo, siamo in prima linea non c’è dubbio sul versante dei giudizi inappellabili, è senz’altro così, non abbiamo il minimo dubbio quando si tratta degli altri e mai di noi stessi.

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