Il Parlamento va rimesso al centro e gli va ridata dignità istituzionale.
Quello cui assistiamo oggi è il risultato di un decadimento culturale e dei principi etici e morali iniziato molti decenni fa, volontà di un preciso disegno di indebolimento di tutti gli istituti intermedi di rappresentanza per realizzare l’accentramento del potere e il “superamento” delle istanze “troppo” democratiche e partecipative della nostra Carta Costituzionale post fascista, (auspicata sin anche dalla J. P. Morgan nel 2013) tramite l’assoggettamento dei parlamentari, unici rappresentanti del popolo, ai partiti e al leaderismo.
La riduzione a meri esecutori acritici della volontà dell’esecutivo, che è a sua volta volontà dettata dalle lobby di potere finanziario. Mercenari dei giochi di potere.
Il taglio del numero dei parlamentari non fa altro che completare quest’opera, definitivamente, assoggetta un numero più esiguo e quindi meglio controllabile di uomini al volere e al potere dei capi partito in modo totale e irrecuperabile.
Per ridare invece al Parlamento, alla Assemblea Parlamentare che dibatte alla presenza e per nome e per conto del popolo che lo ha eletto, la funzione costituzionale di rappresentanza di tutti i cittadini in quota parte, di massimo legislatore e di controllore dell’esecutivo, bisogna tornare ad una legge elettorale proporzionale con preferenza, ridare anche culturalmente valore all’articolo 67 della Costituzione e alla funzione indipendente di ogni parlamentare che, quale rappresentante del popolo, risponde solo alla Nazione.
Paola Nugnes