25 agosto: in Uruguay è la "Giornata dell’Indipendenza", ottenuta dal Brasile nel lontano 1828. Prima della colonizzazione europea, l’unica popolazione documentata che abbia abitato l’attuale Uruguay è stata quella dei Charrúas, piccola tribù spinta a sud dai Guaranì del Paraguay. La loro popolazione non superava un numero compreso tra le 5.000 e le 10.000 unità. Nei luoghi abitati dai Charrùas, come a Chamangà, sono stati trovati antichi esempi di arte murale, con raffigurazioni di varia natura effettuate all’interno di caverne. Ancora nell’attualità, soprattutto in ambito latinoamericano, si suole denominare charrúa chi presenta nazionalità uruguayana; ad esempio ci si riferisce spesso alla nazionale di calcio dell’Uruguay come a Los Charrúas.
Gli spagnoli arrivarono nei territori dell’odierno Uruguay nel 1516, ma la fiera resistenza alla conquista opposta da parte della popolazione locale, insieme all’apparente assenza di oro e argento, limitò molto gli insediamenti nei secoli XVI e XVII. L’Uruguay divenne zona di contesa tra l’Impero spagnolo e quello portoghese; nel 1603 gli spagnoli introdussero i bovini, il cui allevamento divenne una fonte di ricchezza economica molto importante. Il primo insediamento permanente fu quello di Soriano, sul Río Negro, fondato dagli spagnoli nel 1624, mentre tra il 1669 e il 1671 i portoghesi costruirono un forte a Colonia del Sacramento, tuttavia la colonizzazione ad opera della Spagna divenne sempre più estesa, soprattutto con l’intento di limitare l’espansione delle frontiere portoghesi del Brasile. Sempre gli spagnoli fondarono Montevideo, attuale capitale dell’Uruguay, il 24 dicembre 1726.
In quest’epoca si assistette alla continua espansione di questa città, il cui porto naturale divenne in poco tempo un centro di commercio in competizione con la capitale dell’Argentina, Buenos Aires. Nel 1776 le regioni dell’attuale Uruguay vennero scorporate dal Vicereame del Perù e annesse al Vicereame del Río de la Plata con il nome di Banda Oriental. La storia del XIX secolo è caratterizzata dall’aumentare degli scontri tra le forze coloniali inglesi, spagnole e portoghesi per la conquista della regione composta da Argentina, Brasile e Uruguay. Nel 1806 e nel 1807 l’esercito inglese cercò di prendere Buenos Aires durante la guerra contro la Spagna: di conseguenza all’inizio del 1807 Montevideo fu occupata da un reparto di 10.000 soldati inglesi, che lasciarono la città a metà dell’anno per partire alla volta di Buenos Aires, con l’intento di muovere un attacco. Nel 1811 José Gervasio Artigas, che sarebbe poi diventato l’eroe nazionale uruguaiano, organizzò una rivolta contro la Spagna, che ebbe buon esito.
Dieci anni dopo la Provincia Oriental del Río de la Plata, come era chiamato l’Uruguay, fu annesso al Brasile con il nome di Provincia Cisplatina in seguito all’invasione luso-brasiliana del 1816. Tuttavia, se ne staccò il 25 agosto del 1825, dopo numerose rivolte precedenti. L’Uruguay indipendente costituì una federazione regionale con le Province Unite del Río de la Plata, l’odierna Argentina: si trattava di un’annessione. Le Province Unite del Río de la Plata, insieme con la Provincia Oriental, combatterono contro il Brasile in una guerra durata 500 giorni. Nessuna delle due parti ebbe la meglio, e nel 1828 il Trattato di Montevideo, promosso dal Regno Unito, rese l’Uruguay uno Stato completamente indipendente.
La prima costituzione del paese fu adottata il 18 luglio 1830. Il resto del XIX secolo trascorse sotto vari presidenti con alcuni conflitti con i paesi vicini. In questo periodo molte furono le oscillazioni in ambito economico e soprattutto politico, e proprio in quest’epoca divennero sempre maggiori i flussi di immigrati, provenienti specialmente dall’Europa.