"Disobbedite ai vostri leader per il bene dell’Italia". Si chiude in modo accorato l’appello agli elettori del comitato "Referendum 2020. Di centrodestra e liberi di votare No". Un documento da sottoscrivere per fermare la "legge fuffa" che lascerà intatto il "vero nodo del bicameralismo perfetto" privando in compenso "molti territori di adeguata rappresentanza" e rendendo le Camere di "ancora più condizionabili da lobby e gruppi di pressione".
Il tutto "in nome di un risparmio pari al costo giornaliero di una tazzina di caffé". Oltre duecento le firme raccolte in due giorni. Tra le prime molti politici e amministratori locali vicini al vecchio mondo di Alleanza Nazionale, poi Futuro e Libertà, alcuni poi passati con Fratelli d’Italia ma anche forzisti. Ci sono Viviana Beccalossi, l’ex sindaco di Castellammare Luigi Bobbio, Massimo Corsaro, Giuseppe Cossiga, Pino Galati, Mario Landolfi, Gennaro Malgieri, l’ex presidente della Provincia di Roma Silvano Moffa, il giornalista Rai (ex parlamentare) Francesco Pionati, Souad Sbai, Pasquale Viespoli, l’avvocato ed ex deputato forzista Michele Saponara, i deputati azzurri Marzia Ferraioli ed Enzo Fasano, il biologo ed ex parlamentare Enzo D’Anna, il presidente dell’unione Monarchica Alex Sacchi.
E il "manifesto" ha soprattutto un forte contenuto politico: contro i Cinquestelle, che sarebbero "di tutta evidenza i soli beneficiari della vittoria del Sì" con l’obiettivo di frenare il loro calo di consensi. A "bocciare la falsa narrazione grillina" non basterebbe viceversa la sola vittoria del centrodestra alle Regionali perché sarebbe difficile "una lettura politica univoca". Se invece vincesse il No alla consultazione "ne renderebbe irreversibile la crisi evidenziando il distacco dagli italiani sul terreno a loro più congeniale, quello dell’anti-politica".
Non una parola contro il partner del M5S al governo: il Pd. Parecchie, invece, contro i leader del centrodestra, pur senza nominarli. Gli estensori dell’appello si stupiscono infatti della "sottovalutazione da parte del centrodestra delle conseguenze politiche del referendum": "I loro leader spacciano il loro immobilismo per coerenza… Invocano ogni giorno il ritorno alle urne ma evitano di compiere l’unico passo decisivo in quella direzione". Un sentimento che buona parte del "popolo del centrodestra" in fondo condivide. Ne è sicuro il coordinatore del comitato Mario Landolfi, ex ministro delle Comincazioni e pezzo grosso di An: "Abbiamo di fronte una sfida che è tutta politica. Quando Di Maio dice che il Sì rafforzerebbe il governo, significa che il No lo indebolirebbe. E’ un errore non cogliere questa occasione. E noi lo segnaliamo ai leader del centrodestra. I voti del No saranno come la Marcia dei Quarantamila a Torino...".
FEDERICA FANTOZZI