Sabato 3 ottobre potrebbe essere il giorno della verità per Venezia. Se la super-marea che si intravede nelle carte meteo sarà confermata - la misura oscilla ancora sui 130 centimetri - il Mose per la prima volta si alzerà a difendere la città dalle onde. Sarà ancora un test in fase di emergenza, perché il sistema sarà pronto e collaudato nei dettagli nel dicembre 2021. Da mesi il super-commissario Elisabetta Spitz ha iniziato a premere sull’acceleratore, e prove di sollevamento - la prima il 10 luglio scorso, davanti al premier Giuseppe Conte - il Mose ne ha collezionate diverse. L’ultima l’11 settembre, con un tempo di 50 minuti per alzare tutte le 78 paratoie nelle 3 bocche di porto. I test, tuttavia, si sono svolti con il bel tempo, al massimo qualche increspatura della laguna.
Nel fine settimana, invece, l’autunno promette di fare il suo ingresso in Adriatico e i tecnici si attendono la prima acqua alta della stagione. Ma quanto alta ? Qui il condizionale è d’obbligo. Per questo non è stato già deciso se le barriere si solleveranno. Mettere in funzione il Mose non è un giochetto. Vanno chiuse per ore le tre bocche di porto, Venezia resta off-limits alle navi e al traffico commerciale. Intanto è stato completato un importante tassello nella complessa procedura autorizzativa che porta chi deve decidere (commissario Spitz e al Provveditore Cinzia Zincone) a scegliere se premere o meno il bottone.
Il Comitato tecnico-amministrativo (Cta) del Provveditorato ha approvato la procedura di emergenza, e la soglia dalla quale scatta il sollevamento: +130 centimetri sul medio mare. Esattamente ciò che potrebbe avvenire dopodomani, quando la marea astronomica (che con la componente meteo determina il rialzo) sarà di ben 76 centimetri. Se la saccatura atlantica e i venti di scirocco si sovrapporranno proprio in quella fase, Venezia andrà sotto. Nelle previsioni più pessimistiche, la massima potrebbe sfiorare i 140 centimetri.
"Al momento la previsione del nostro centro - dice Zincone - e 130 centimetri. Dovremo monitorare la situazione, fino al limite di 6 ore dall’evento (tempo tecnico di chiusura delle "bocche"), perché dopo la procedura non è modificabile". La "macchina" in città è già attivata: oltre ai due organismi tecnici, sono coinvolti il Consorzio Venezia Nuova, che gestisce il Mose, il Comune e la Protezione civile, la Prefettura, la Capitaneria di Porto, per l’ordinanza di chiusura della laguna, il Centro maree, per l’allerta alla popolazione. Venerdì 2 ottobre è prevista una prima punta di acqua alta appena sopra il meteo. Poi si aspetterà sabato.